"Bisogna affrontare la vita con ottimismo, perché questa è capace di regalarci sempre qualcosa di positivo"... è l'insegnamento che ci viene da questa bella favola di Paul Biegel.
C’era una volta, tanto tempo fa, una vecchia coppia di coniugi che viveva in una piccola casa, il cui mobilio era composto solo da un tavolo, due sedie, un letto e un cestino di vimini per il gatto.
- Non abbiamo bisogno di altro – diceva la donna con soddisfazione – Ogni altra cosa ci sarebbe d’impiccio!
Metteva fuori una sedia e si sedeva col gatto sulle ginocchia. Un giorno, però l’uomo disse: – Non abbiamo più denaro, dovremo proprio vendere le sedie!
- Oh, non fa niente, non è che ne abbiamo proprio bisogno – disse la donna – possiamo benissimo sederci sul letto, che anzi è molto più morbido! – E spinse il tavolo vicino al letto - Stiamo benissimo così – ribadì.
Ma poco dopo, essendo rimasti di nuovo senza soldi, dovettero vendere il tavolo.
- A dire la verità, a cosa ci serviva un tavolo? Giacché siamo seduti sul letto, possiamo anche apparecchiarci sopra; guarda quanto bello spazio guadagniamo! – E danzò tutto intorno alla stanza col gatto in braccio.
Passò una settimana e rimasero nuovamente senza soldi: - Non riesco a trovare un lavoro – disse l’uomo.
- Non fa niente – rispose la moglie – Venderemo il letto e dormiremo sul pavimento; è molto più sano e raddrizzerà le nostre vecchie ossa! – Prese il gatto in braccio e andò nei campi, raccolse una bracciata di erba e la sparse sul pavimento per prevenire l’umidità. Era una coperta bellissima. L’uomo era davvero troppo vecchio per lavorare e quando ebbero speso i soldi del letto non ci fu altro da vendere che il cestino del gatto.
- Stavo già per disfarmi di quel cestino – disse la donna – Il gatto dormirà in mezzo a noi due, così ci terrà caldo!
Ma il cestino fruttò solo qualche soldo, che venne speso in un battibaleno.
- Senti, moglie - disse l’uomo – dovremo vendere il gatto!
- Oh no – rispose lei – Il gatto non lo venderemo. Venderemo la casa invece! Per noi è troppo grande senza mobili: potremmo andare in una piccola capanna, no?
E così vendettero la casa e ricavarono tanti soldi da poter vivere comodamente un anno intero in una capannuccia.
- Non è meraviglioso? – gongolava la donna - Così piccola, così comoda e così facile da tenere in ordine! – E andò a crogiolarsi al sole col suo gatto in grembo.
Ma dopo un anno dovettero vendere anche la capanna e rimasero senza un tetto.
- Ci penso io! – disse la donna - Farò una casa di carta!
Per tre giorni ritagliò e incollò. Trac-trac-trac facevano le forbici e dopo un po’ saltava fuori il portone, poi le finestre e certe belle tendine di pizzo; trac-trac ed ecco la cucina; trac-trac e le forbici avevano inventato una stanza con un tavolo, due sedie e un letto. E perfino un cestino per il gatto. Incollò tutte le parti insieme ed ecco… la casa era pronta! La occuparono il giorno seguente, stando bene attenti a non rompere le pareti.
- Cosa succederà se piove? – chiese l’uomo.
- Ne farò un’altra, così potrò farla diversa e mi divertirò! – La donna batté le mani gioiosamente e carezzò il gatto che dormiva nel suo cestino di carta.
La pioggia non arrivò. Ma il vento cominciò a soffiare. Soffiò tanto forte che, alla fine, la casa di carta si alzò in aria e volò via.
- Oh, com’è divertente! – esclamò la donna - Stiamo volando! Guarda, guarda, com’è bello il mondo sotto di noi! – E mise il gatto davanti alla finestra di carta perché anche lui si godesse lo spettacolo. Ma l’uomo aveva paura: – Cadremo di sotto!
- Questo è poco ma sicuro! – si rallegrò lei – Chissà dove atterreremo!?
Volarono fino ad arrivare in un paese dove il sole brillava tutto l’anno. E in quel paese il vento depose la casa di carta nel giardino di un palazzo. Il re che viveva nel palazzo ammirò tanto la casa di carta che decise di farla rimanere lì per sempre. Tutti vennero a guardarla: era la casa più bella del mondo.
Ma i due vecchi coniugi andarono a vivere a palazzo con il gatto, che ora aveva un nuovo cestino di vimini, che però non usò mai. Di notte dormiva in mezzo all’uomo e alla donna. Così stavano caldi tutti e tre. E durante il giorno si godeva il sole in grembo alla vecchia donna, sui gradini del palazzo.
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