Il tasso nasce spontaneo in gran parte dell’Europa e vegeta in ambienti ombrosi. È un albero alto fino a 15 metri dalla chioma conica e irregolare; ha una crescita lenta e può vivere fino a 2000 anni; la corteccia, bruno-rossastra, si screpola lasciando cicatrici rosso scuro; le tenere foglie sono lineari, color verde scuro brillante; particolare è il frutto: è costituito da un seme ovoide nero, circondato da un involucro carnoso a forma di coppa, che diventa rosso quando matura, detto “arillo”. L’arillo è l’unica parte non velenosa della pianta: è dolce, commestibile, cibo gradito agli uccelli. Il tasso è un albero circondato di fascino e mistero, tanto che anticamente era considerato sacro presso molti popoli. Esso è carico di simbolismi e numerose leggende si narrano su di esso. Il suo legno è resistente, flessibile e durevole, così nell’antichità venne scelto per la fabbricazione di archi, frecce e lance. Infatti, il suo nome deriva dal greco “Tóξov”, che significa “arco”. Ma, la richiesta di legname per fabbricare armi fu talmente elevata da depauperare i boschi. La pianta contiene sostanze tossiche elevate che ingerite in buone quantità sono mortali, ma non la parte carnosa del frutto. Si pensi che il suo veleno era utilizzato sulle punte delle frecce e delle lance. È stata per questo, da sempre, associata alla morte, infatti, volgarmente è chiamata “albero della morte”. Il tasso è il solitario guardiano dei cimiteri celtici, una tradizione che si è mantenuta anche nei luoghi di sepoltura cristiani. Presso i Celti, fu un albero sacro: era associato alla festa di “Samhain”, che si teneva nel mese di novembre, quando si credeva che venivano aperte le porte tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Si credeva che il tasso fosse il guardiano delle porte che mettevano in comunicazione i due mondi, che purificasse i morti e proteggesse l’anima nel suo viaggio verso l’aldilà. Per proteggere il defunto durante il suo viaggio, si ponevano nel sudario dei ramoscelli di tasso. Anche i Greci consideravano la pianta come una porta di ingresso verso gli inferi, e l’avevano consacrata a Ecate, dea degli inferi. È comunque una pianta molto generosa, si pensi che nella sua corteccia è stata scoperta l’esistenza di un alcaloide diterpenico, il Taxolo (o paclitaxel), risultato efficace nella cura del cancro delle ovaie.
È la specie europea più longeva ed è l’incredibile durata del suo legno che ne ha fatto un simbolo di immortalità e di saggezza. Il tasso simboleggia la morte, intesa come momento di passaggio verso una nuova vita, cioè il continuo rinnovamento della vita attraverso la trasformazione, possiamo dire l’eterno ciclo di morte e rinascita, la porta attraverso la quale si apre la via per l’eterna vita dell’anima.
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