Pierre-Auguste Renoir (Limoges, 25 febbraio 1841 – Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919) è stato un pittore francese, tra i massimi esponenti dell'Impressionismo. Già predisposto fin dall'infanzia al disegno segue l'apprendistato preso la ditta di porcellane decorate Lèvy Frères e, contemporaneamente, i corsi all'Ecole de Dessin et des Arts Dècoratifs, diretta dallo scultore Callouette. La sua formazione artistica è comunque di carattere autodidatta, fatta di nottate intente a studiare Rubens e il Settecento francese, i due capisaldi su cui si forma il suo gusto giovanile. Ammesso all'Ecole des Beaux Arts segue i corsi di Emile Signal e Charles Gleyre, e conosce Claude Monet, Bazille e Sisley. Si lega in particolar modo a questi ultimi tre per via di affinità poetiche ed elettive: professano apertamente la loro ammirazione per i pittori anticonformisti dell'epoca. Il gruppo, che costituirà il nucleo fondamentale del movimento impressionista, si trova riunito quando Bazille presenta ai compagni Cézanne e Pissarro, che lavorano all'accademia svizzera. Colpiti da questo approccio innovativo molti altri seguirono poi il loro esempio, come Rousseau e Millet. E' così che nasce la nuova corrente artistica chiamata "Impressionismo" che tanto scandalo suscitò nel 1874 quando alcuni quadri legati a questa avanguardia vennero esposti in un salone indipendente rispetto all'ufficiale "Salon". I dipinti di Renoir caratterizzati da scintillanti effetti di colore e dalla luminosità della pelle di giovani donne all'aperto, rifiutati dalla giuria accademica del tradizionale "Salon", erano però difficili da collocare sul mercato. Questo lo spinse a cercare sostentamento attraverso la commissione di alcuni ritratti. E' proprio in questo periodo che assistiamo alla nascita di alcuni celebri capolavori come "Le Moulin de la Galette" (1876) o "Madame Georges Charpentier" e i suoi bambini (1878). Tramite un uso nuovo e libero del colore l'artista cerca di suggerirci non solo il senso del movimento, ma addirittura lo stato d'animo collettivo. Forma e colore diventano così un tutt'uno. Lo studio degli antichi maestri avrà su di lui un'influenza retrospettiva fortissima, tanto da determinerà il suo progressivo allontanamento dallo stile degli impressionisti: si manifesta in lui l'esigenza di studiare le forme, tanto da farle diventare modellate e scultoree proprio come è possibile osservare nei dipinti antichi. Naturalmente l'evoluzione di Renoir non si appiattisce sulla mera imitazione di questi modelli ma è plasmata dalle direttive suggerite dal suo potente istinto creativo e rigeneratore. Così il pittore comincia a guardare soprattutto alla vita borghese parigina abolendo i contorni delle forme, i chiaroscuri e approfondendo gli effetti della luce. Intorno all'inizio del Novecento, dopo questo lungo scavo artistico, le sue condizioni di salute vanno peggiorando. In cerca di riposo ed aria salubre Renoir si trasferisce a Cagnes-sur-Mer in Costa azzurra dove continua a dipingere malgrado una fastidiosa artrite alle mani. La sua attività è tuttavia così intensa che all'inizio del 1910 presenta 37 opere alla IX Biennale di Venezia. Pierre-Auguste Renoir si spegne il 3 dicembre 1919 per complicazioni reumatiche, dopo aver terminato la sua ultima opera, "Le bagnanti", con il pennello legato alle mani.
“Per me, un dipinto deve essere una cosa amabile, allegra e bella, sì, bella. Ci sono già abbastanza cose noiose nella vita senza che ci si metta a fabbricarne altre. So bene che è difficile far ammettere che un dipinto possa appartenere alla grandissima pittura pur rimanendo allegro. La gente che ride non viene mai presa sul serio.”
PIERRE AUGUSTE RENOIR
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