venerdì 24 febbraio 2017

IL MONTE SACRO


Il Monte Fuji è universalmente considerato simbolo del Giappone. Sembra che il primo a salire sul vulcanico Monte sia stato un monaco sconosciuto, nel 663. Per i giapponesi è la montagna sacra, infatti lungo i suoi percorsi sono stati costruiti molti santuari e luoghi di preghiera, perché simbolo di immenso valore. Secondo la tradizione buddista, il monte Fuji nacque una notte del 286 a.C., quando il suolo si aprì creando il lago Biwa, e la terra sorse a formare la montagna. Gli abitanti originari del Giappone, gli Ainu diedero al monte il nome di Fuchi, la loro dea del fuoco. I buddisti credevano che la montagna fosse la via d’accesso a un altro mondo; gli shintoisti vi costruirono santuari dedicati alla dea Sengen-sama, che si libra in una nube sopra il cratere del Fuji e, ogni tanto, è possibile vederla. Anticamente, solo i samurai potevano salire sul monte e in quei luoghi addestrarsi. Nel 1860, Sir Rutherford Alcock fu il primo uomo, per di più straniero, a scalare la montagna. Uno degli aspetti più suggestivi è arrivare sulla vetta dopo la scalata notturna per poter assistere allo spettacolo del sorgere del sole. I giapponesi chiamano questo momento “Go Kou Rei”, “luce spirituale”. Il Monte Fuji, come monte sacro, è venerato dai giapponesi che hanno dedicato ad esso un giorno dell’anno. La festa ricorre nel mese di febbraio, perché questo è il periodo in cui c’è più visibilità e si può osservare la caratteristica e perenne cima innevata. Il giorno 23 ha, anche esso, un significato particolare, nel senso che Fu – Ji – San ricorda i numeri 2 – 2 – 3 (ad esempio Fu viene da Futatsu e significa 2). Si è così scelto il 23 febbraio per celebrare la festa più amata dal popolo nipponico.

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