giovedì 23 febbraio 2017

La violetta di Tolosa



La violetta di Tolosa: un fiore simbolo di una città

Si narra che a portare in città la violetta di Tolosa sia stato un soldato dell’esercito di Napoleone III che, di ritorno dall’Italia, volle farne dono alla sua amata. 

Oggi, il fiore dall’inconfondibile colore è il simbolo della città francese, oltre che un marchio registrato e un ingrediente base impiegato per ogni tipo di prodotto, dalle saponette profumate alle confetture.

Degli svariati tipi di violetta che crescono in diverse parti del mondo, quella di Tolosa rappresenta una varietà rara. La sua storia è antica e risale al XIX secolo quando un gruppo di contadini iniziò a coltivarla nella zona verde a Nord della città. Col passare del tempo, la coltura di questo piccole fiore si diffuse dando da lavorare a più di 600 famiglie, che si riunirono in una cooperativa e cominciarono a esportarlo dapprima in Francia, poi in tutta Europa e persino in Russia, ricavandone un’insperata fonte di reddito. Ben presto, la violetta fu impiegata per realizzare profumi, ma anche liquori e zucchero cristallizzato per la preparazione di dolci. La produzione della violetta di Tolosa raggiunse il sua apice intorno al 1950. Poi, nel 1956 una rigida gelata invernale distrusse la maggior parte delle piante e la violetta finì quasi per scomparire. Fino al 1984, quando il Ministero dell’Agricoltura e la Regione dei Medi Pirenei lanciarono un programma di ricerca per recuperarne la coltivazione “in vitro” e migliorare la qualità del fiore, che da allora è un marchio registrato con il nome di “Violetta di Tolosa”.

Pianta da esterni, coltivata a terra o in grossi vasi preferibilmente all’ombra, la violetta di Tolosa ha un fiore doppio, con 40 petali di una tonalità particolare di viola e il cuore bianco. I fiori compaiono con i primi freddi, a novembre, e diffondono il loro delicato profumo fino a marzo. Coltivata oggi in serra, si riproduce tramite talea.

In giro per Tolosa, la violetta è riproposta ovunque, nelle maioliche, nei pizzi e nei gioielli, la sua essenza si ritrova in profumi e caramelle. Grazie a un attento programma di recupero della tradizione locale, è tornata a essere il simbolo della “città rosa” che, una volta all’anno nel mese di febbraio, la celebra dedicandole una festa. Il suo significato profondo rimane tuttavia legato all’antica storia di quel soldato al seguito di Napoleone. A Tolosa, una proposta di matrimonio che si rispetti, e che certamente non sarà rifiutata, non può che essere accompagnata da un profumato bouquet di violette. Insomma, prendete spunto dai francesi: se dovete dirlo, ricordatevi di farlo… con un violetta!

Silvia De Bernardin

Deh, Violetta, che in ombra d'Amore

Deh, Violetta, che in ombra d'Amore
negli occhi miei sì subito apparisti,
aggi pietà del cor che tu feristi,
che spera in te e disiando more.
Tu, Violetta, in forma più che umana,
foco mettesti dentro in la mia mente
col tuo piacer ch'io vidi;
poi con atto di spirito cocente
creasti speme, che in parte mi sana
la dove tu mi ridi.
Deh, non guardare perché a lei mi fidi,
ma drizza li occhi al gran disio che m'arde,
ché mille donne già per esser tarde
sentiron pena de l'altrui dolore.

Dante Alighieri

Nessun commento:

Posta un commento