martedì 28 febbraio 2017

"La Svizzera ha bisogno di paesaggi alpini intatti" Franziska Schwarz


La montagna fa bene! Chi vive in una regione sempre più densamente popolata com'è l'Altipiano svizzero sa bene che effetto vivificante abbia il paesaggio alpino sugli abitanti delle città: una giornata in montagna e si torna a casa con le ossa rotta, ma soddisfatti e in pace con se stessi.

Queste esperienze uniscono, perché per gli svizzeri le montagne significano molto. La maggior parte di noi conosce le Alpi per esserci stato almeno una volta nella vita - vuoi a farci un'escursione a piedi o in mountain bike, vuoi a sciare. Ma tutti, chi per un verso, chi per l'altro, vi siamo indissolubilmente legati. Le montagne sono e restano un fattore importante dell'identità elvetica.

Quando si parla di amore per la montagna, lo si fa in genere per ragioni estetiche. Sta infatti soprattutto nella bellezza incontaminata del loro paesaggio la forza d'attrazione che le Alpi esercitano sui turisti, svizzeri o stranieri, in cerca di svago e di relax. Spazio antropizzato oltre che naturale, le Alpi racchiudono però anche una straordinaria varietà di ambienti creati dall'uomo. Se mantenuta integra, la regione alpina non costituisce dunque solo un capitale di vitale importanza per l'economia e per la conservazione della biodiversità. Ha anche un enorme valore intrinseco legato all'unicità del suo paesaggio - e questo tende spesso ad essere dimenticato.

È, in parte, proprio per tutelare questo valore che alcuni ambienti particolarmente pregevoli delle Alpi sono stati posti sotto la tutela dell'Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d'importanza nazionale (IFP). La protezione garantita dall'IFP è tuttavia sempre più spesso messa alla prova dalla necessità di accrescere la produzione di energia ottenuta da fonti rinnovabili. La «svolta energetica» di cui tanto si parla non può in effetti avvenire - e su questo non ci sono dubbi - se non producendo più elettricità a partire da acqua, vento e sole.

Occorre perciò valutare accuratamente le porzioni di paesaggio alpino che vogliamo proteggere e quelle che vogliamo sfruttare maggiormente. E questa valutazione va fatta caso per caso sulla base di un'equa ponderazione degli interessi. Allentare i vincoli di protezione per taluni progetti strategici è ammissibile. Ciò che invece sarebbe del tutto inaccettabile è abbassare il livello di guardia in modo generalizzato - come chiedono oggi alcuni politici. Sacrificare gli ultimi paesaggi incontaminati delle Alpi per un paio di chilowattora di elettricità in più è da miopi. E mai la popolazione approverebbe una scelta del genere: le Alpi sono troppo care agli svizzeri per avallare una vendita così svantaggiosa.

Franziska Vivica Schwarz, vicedirettrice dell'UFAM

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