martedì 28 febbraio 2017

IL TEATRINO DELLE MASCHERE: Frittellino


Così come il nostro amico Coviello, anche Frittellino ha origini antichissime. Prima che si affermassero le celebri maschere di Arlecchino, Pulcinella, Balanzone, Pantalone, Brighella e così via, il teatro era dominato da mimi e personaggi ispirati agli esecutori dei canti fescennini tanto in voga nell’antica Roma. Il ricordo di questi soggetti schietti e sboccati si perse nel tempo ma i tratti del loro carattere sopravvissero nei numerosi “zanni” della Commedia dell’Arte, i servitori scaltri e fanfaroni sempre inclini a mille furberie. Frittellino è uno di loro e porta sempre una sciabola sul fianco, un drappo rosso intorno al collo e un cappello a punta ornato da piume che ricorda i berretti della goliardia.

Frittellino era lo Zanni (primo zanni) della Compagnia degli Accesi, di cui velocemente divenne anche il capocomico.

Sotto la sua maschera si nascondeva il talentuoso e di carattere assai burrascoso (il che lo portò più volte ad avere seri problemi con la giustizia) Pier Maria Cecchini (Ferrara 1563 – 1645).

Note sono le sue intemperanze provocate delle improvvisazioni del secondo Zanni Tristano Martinelli, in arte Arlecchino, che obbligarono il Duca di Mantova, prima, ad esonerarlo dalla carica di capocomico che da quel momento passò ad Arlecchino, e poi addirittura a licenziarlo quando entrò in conflitto anche con Giovan Battista Andreini (figlio di Francesco Andreini ed Isabella) che interpretava il ruolo dell'innamorato.

Cecchini rimane comunque una delle figure più importanti del teatro italiano del primo seicento. Ci ha lasciato due commedie: La Flaminia schiava nel 1610 e L'amico tradito nel 1633 nonché una moltitudine di saggi e scritti sulla direzione teatrale e sull'arte recitativa

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