È conosciuto soprattutto il melo coltivato. Quello selvatico dà piccoli pomi, del diametro massimo di 3 cm, frutti polposi, sferici e sgraziati, visibilmente imperfetti; il sapore non è privo di asprezze e acidità che lo rendono difficilmente utilizzabile, ma sa regalare anche sapori "paradisiaci", soprattutto quando sono raccolti direttamente dalla pianta in autunno inoltrato. La pianta spontanea ama il sole e i terreni freschi e fertili; matura anno dopo anno ed è pianta di lunga vita. Un tempo era un frutto assai consumato, perché economico e di facile conservazione. È un frutto delizioso, fragrante, dissetante, considerato antiacido, protettivo, disintossicante, ricco di vitamine.
La mela selvatica si trova ancora nei boschetti sulle colline, dove fruttifica abbondante. La raccolta può cominciare a fine estate e durare tutto l'autunno. Si tratta di un frutto che non subisce trattamenti, che può essere conservato per una parte dell'inverno e che rinsecchendosi, acquista dolcezza.
Va mangiata maggiormente al naturale, ma può essere cotta al forno nella crostata, nelle torte e nello strudel. Ancora, si possono ottenere confetture, gelatine, purea, salsa per carni, frittelle, si può unire a insalatine, usare in pasticceria, essiccata a fettine, per dolci al cucchiaio, nell'involucro di pane e cotta al forno, in macedonie, nella spuma di mele e come melina speziata.