Un giovane pescatore e una bella sirena sono i protagonisti di questa favola del mare...
C’era una volta un pescatore che andava per mare con la sua barca. Un mattino però, intorno alla sua barca invece che i pesci nuotava una sirena. La sirena rimase impigliata alla rete e il pescatore la tirò sulla barca. Quando la vide si meravigliò moltissimo, e fu colpito dalla sua bellezza. Così il pescatore liberò la sirena e si tuffò in mare per nuotare con lei. I due ben presto si innamorarono uno dell’altro, e il pescatore andò a vivere nel fondo del mare nella piccola casa di cristallo della sirena.
Passarono così molti giorni pieni di felicità e allegria. Ma, dopo qualche tempo, una mattina il pescatore era molto triste e camminava pensieroso sul fondo del mare.
-”Cosa ti succede? Perché sei così triste?”- gli chiese la sirena.
-”Ho tanta nostalgia della terra, del mio villaggio, della mia casa, dei miei amici. Vorrei andare almeno una volta, anche per poche ore.”
-”Va bene potrai andare, ma dovrai tornare questa sera. E poi ricordati, durante il periodo che rimarrai sulla terra non dovrai mai parlare con nessuno. Non devi pronunciare neppure una parola. Altrimenti non potremo mai più rivederci. Tieni – e gli diede una piccola scatola d’oro – questa ti servirà per ritrovarmi nella grande immensità del mare, ma ricorda dovrai aprirla solamente questa sera, quando sarai di nuovo sulla spiaggia, vicino all’acqua.” – Così il pescatore riemerse vicino alla spiaggia e si incamminò verso il suo piccolo villaggio.
Vide così le case, la locanda dove i suoi amici giocavano a carte. Finche arrivò alla sua casa, dove le sue sorelle stavano mangiando. Appena lo videro lo fecero sedere a tavola e gli offrirono un piatto della loro zuppa. Poi il pescatore non riuscì più a trattenersi e raccontò loro tutto quello che gli era successo e del suo matrimonio con la sirena. Solo quando ebbe finito di parlare si rese conto di quello che aveva fatto. Travolto dall’ansia prese la scatolina d’oro e la aprì. Nella scatola c’era un pesciolino d’oro. Il pesciolino saltò fuori, cadde sul pavimento della cucina e dopo essersi guardato intorno disse. – “Perché hai aperto ora la mia piccola casa? Dovevi aspettare di essere vicino al mare, avevo il compito di guidarti fino dalla sirena.” Poi scomparve. Il pescatore, sempre più disperato corse fino alla spiaggia dove cominciò a chiamare a gran voce la sua sirena. Ma lei, nella profondità degli abissi, non poteva certo sentirlo. Poteva solo aspettarlo, anche se aveva già capito che il pescatore aveva smarrito la strada che portava da lei. Così il pescatore rimase sulla spiaggia per giorni, mesi e anni. Viveva con quei pochi pesci che riusciva a pescare con un filo e una bacca e riposava in una capannuccia che si era costruito vicino alla riva. Per il resto del tempo scrutava l’orizzonte con la speranza di vedere tra le onde la sagoma della sua sirena.
Ma la sirena aveva un amico, un gabbiano che volando dal mare alla spiaggia aveva visto il povero pescatore. Fu lui a guidare la sirena fino alla spiaggia, così finalmente i due si poterono rivedere, anche se ora dovevano rimanere separati, lei obbligata dalla sua coda a rimanere in acqua, e lui che non poteva lasciare la spiaggia. Così la sirena decise di andare a chiedere aiuto al perfido mago, quello che viveva sull’isola del vulcano, tra i fumi dello zolfo.
-”Io posso aiutarti, se berrai questa pozione la coda ti cadrà e al suo posto avrai le gambe e i piedi che desideri; ma, attenta, il tuo pescatore non dovrà mai vedere le tua coda di sirena, che dovrai tenere nascosta, ne dovrà mai vederti quando ogni notte, a mezzanotte, indosserai la tua coda e ti bagnerai nel mare.”
Così il pescatore e la sirena poterono tornare a vivere insieme, nella capanna sulla spiaggia. La sirena aveva seppellito la sua coda nella sabbia e ogni notte le indossava sopra le gambe e nuotava a lungo tra le onde.
Il pescatore, una notte che non riusciva a prendere sonno, la vide alzarsi dal letto, e la vide tornare dopo più di un’ora, e la sentì infilarsi nel loro letto con i cappelli e la pelle delle spalle ancora bagnata. La notte seguente decise di rimanere sveglio e, sempre alla stessa ora la rivide alzarsi per andare a bagnarsi nel mare. La terza notte decise di seguirla e fu così che la vide riprendere le sue sembianze di sirena e allontanarsi verso l’orizzonte. Oramai il mago l’aveva in suo potere, e una corrente la condusse fino all’isola vulcano, dove fu imprigionata in una gabbia . Ma il pescatore l’aveva seguita con la sua barca e affrontò il mago per liberarla. Fu proprio mentre il vecchio sistemava la gabbia vicino al cratere del vulcano che il pescatore gli fu addosso e riuscì a spingerlo nella lava incandescente. Poi liberò la sirena e la condusse sulla sua barca. Ma prima di lasciare l’isola il pescatore trovò il tesoro del mago, un baule colmo di monete d’oro e pietre preziose, che caricò sulla barca.
Così la sirena e il pescatore poterono vivere insieme nuotando nell’acqua o passeggiando sulla spiaggia, si perché ora la sirena quando era sulla terraferma aveva piedi e gambe, mentre quando entrava in acqua si ritrovava la sua splendida coda. E anche il pescatore quando era nel profondo dell’oceano riusciva a respirare l’acqua, mentre all’asciutto respirava l’aria come ognuno di noi.
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