Parigi è la mia città europea preferita, sicuramente la più affascinante, legata come è all’arte, alla pittura, alla scrittura, all’arte delle illustrazioni, e a un’ideale di fantascienza steampunk di inizio secolo.
Questo libro di Dan Franck racconta le irripetibili avventure artistiche e umane di queste personalità geniali e creative: prima Montmartre, e poi, attraversata la Senna, Montparnasse, diventano lo scenario di mille avventure, di incontri e scontri mirabolanti.
Un libro interessante perchè basato soprattutto sulla ricerca e sulla raccolta di fonti attendibili e testimonianze del tempo tramandate fino ad oggi che contribuiscono a svelare un lato poco conosciuto dei grandi artisti della Parigi di inizio secolo difficilmente reperibile nei soliti clichè del personaggio.)
La Parigi di inizio secolo, la capitale dell’ arte e della cultura che ispirò a Ernest Hemingway «Festa mobile» Montmartre e Montparnasse, la dolce vita ai tempi di Picasso e Modigliani.
Apollinaire e i cubisti Braque e Picasso, Utrillo e Valadon, Jarry e i primi surrealisti, Modigliani e Kandinski, Josephine Baker, gli americani Gertrude Stein e Hemingway, Man Ray e Cocteau Scott e Zelda Fitzgerald, T. S. Eliot. …
... Solo nella favolosa Parigi dei primi trent’anni del Novecento è stato possibile incontrare una tale varietà di artisti di genio, quelli che hanno inventato il linguaggio del secolo tra questo non dimentichiamo il grandissimo indimenticato maestro del cinema Georges Méliès protagonista di Hugo Cabret, omaggio a questo artista e alla sua città.
Ma forse era più facile rintracciarli ai tavolini di un bistrot, verso l’alba, che nei loro studi.
Perché questi artisti non avevano solo un talento fuori del comune, erano soprattutto animati da una travolgente vitalità.
Ad attrarli sulle due rive della Senna era la sete di vita e di libertà, erano il vino e le belle ragazze, le amicizie e il sogno della fama e della gloria, il sapore eccitante delle polemiche e delle rivalità.
Per chi volesse proseguire questo viaggio nella memoria di una città affascinante come Parigi, consiglio Festa Mobile, di Ernest Hemingway, che racconta degli Anni Venti, nella quale lo scrittore americano visse gli anni più importanti della sua vita, nei quali imparò ’arte dello scrivere che poi lo consacrò in tutto il mondo e dove bastava camminare lungo i boulevard di Montparnasse e St. Germain per incontrare, seduti ai tavolini dei bistrò più alla moda, gli artisti che hanno segnato l’intero Novecento. Attraverso una serie di racconti in apparente senso cronologico, in “Festa Mobile” Hemingway ripercorre il suo cammino da aspirante scrittore ad affermato intellettuale mescolando a tratti il sarcasmo e la dissacrazione a pagine dense di una palpabile malinconia.
Festa Mobile ha l’enorme pregio di raccontare in modo schietto, senza finzioni e soprattutto con una partecipazione personale straordinaria non solo la formazione personale di uno dei più grandi scrittori del Novecento, ma soprattutto uno spaccato di una Parigi in stato di grazia, protagonista di una vita artistica e culturale irripetibile. Ne era ben conscio, molti anni dopo, lo stesso Hemingway, che in una lettera del 1950 a un amico diceva: “Se hai avuto la fortuna di vivere a Parigi da giovane, dopo, ovunque tu passi il resto della tua vita, essa ti accompagna perché Parigi è una festa mobile”.
Dieci anni dopo, le dedicherà così le ultime righe della sua vita: “Ma questa era la Parigi dei bei tempi andati, quando eravamo molto poveri e molto felici”.
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