A proposito di arabeschi sui vetri, Sergio Bellani ci racconta di quelli che vedeva da ragazzo, quando faceva la guardia da militare ...
I migliori arabeschi sui vetri che ho visto, risalgono all'inverno del 1978/1979 Quando ero militare a Brunico, la temperatura scendeva anche a - 20 e alla notte quando montavo di guardia, mi si gelavano le ciglia , al punto che non riuscivo a vedere fuori dagli occhi...bei tempi!
Un po' duri, ma avevo 20 anni. La neve rimaneva tutto l'inverno ed il freddo tagliava la pelle. Si cominciava il turno verso sera e dovevamo portarci appresso fino al corpo di guardia, il famoso cubo,zaino ,fucile e cappelo d'alpino con piuma al vento. Il tempo del mio turno non passava mai e il giorno dopo avevo le ossa rotte per essere stato fuori al freddo.
Un po' duri, ma avevo 20 anni. La neve rimaneva tutto l'inverno ed il freddo tagliava la pelle. Si cominciava il turno verso sera e dovevamo portarci appresso fino al corpo di guardia, il famoso cubo,zaino ,fucile e cappelo d'alpino con piuma al vento. Il tempo del mio turno non passava mai e il giorno dopo avevo le ossa rotte per essere stato fuori al freddo.
A volte ricevevamo delle bustine di Cordiale , poche volte grappa.Ricordo che l' inverno in mensa, il riscaldamento era spento. Facevamo la fila indiana per entrare. Ci timbravano il biglietto ,come in corriera( per la paura che mangiassimo due volte) Nei vassoi unti, il gelo solidificava il cibo e la pelle delle gambe si incollava alla panca.I nostri pasti erano accompagnati da una birra piccola in inverno e da un quarto di vino in estate...
... Altri tempi.
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