Il cielo del tuo tatto
dorato copriva
l’occulto giardino
Alte edere di sangue
abbracciavano le tue ossa.
La carezza dell’anima
- trepida brezza - moveva
tutto quel che tu eri.
Vaghissimo crepuscolo
di rossore e indolenza
era la tua pelle! Restavi
come astro senza scintillio
che dal sole riceva
la luce del tuo alone.
Soltanto sotto i tuoi piedi era notte.
Eri prigione di musica,
dalla musica catturata
che tentava fuggire
in ogni tuo gesto,
ma che uscir non poteva
e s’affacciava come un bimbo
ai vetri dei tuoi occhi limpidi.
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