"L'intelligenza ha sempre più forza della furbizia" è la morale di questa
bella favola di Graziella D'Ambrosio, illustrata da Luca Ciancio...
In una notte di primavera, in una grande vallata, con la luna, le stelle ed un leggero venticello che facevano da cornice come in un bel quadro, c’era un grande casolare di campagna, abitato da una numerosa famiglia di contadini i quali dovevano governare il pollaio, l’ovile, i grandi campi da arare, seminare, raccogliere i frutti che la loro terra generosa e curata dava loro nelle varie stagioni.
In autunno raccoglievano l’uva dai vitigni per ricavarne il vino che poi vendevano al mercato.
In inverno raccoglievano dalla terra le verdure tipiche del periodo: broccoli, cavoli, finocchi, porri, spinaci, cicoria e tante altre varietà.
In primavera: patate novelle, piselli, zucchine, insalatine a taglio tenere e delicate. D’estate il lavoro era veramente molto laborioso; le verdure , la frutta stagionale e la raccolta del grano erano in rapida maturazione, tanto che i contadini facevano molta fatica a raccogliere il tutto.
Quando ritornavano a casa erano così stanchi che cenavano presto per andare a dormire e alzarsi la mattina seguente al canto del gallo.
Di notte chi faceva la guardia al casolare e a tutto il resto? Ken il cane, un bastardino molto buono e attento a tutto ciò che lo circondava. Era veramente un guardiano speciale e voleva molto bene ai suoi padroni che lo trattavano con affetto nutrendolo con succulente pappe, ossi gustosi da rosicchiare, acqua sempre fresca e tante carezze, mai un rimprovero e tantomeno bastonate! L’unico dispiacere per il quale il cane soffriva era la mancanza di libertà e la non completa fiducia in lui, come se non fosse stato riconoscente dell’affetto dei suoi padroni.
Proprio in quella notte, mentre tutto era addormentato, avvenne un fatto: una grossa, rossa e furba volpe di nome Fox, si avvicinò pian piano senza far rumore al pollaio e all’ovile. Con aria sorniona salutò Ken dicendo: “Ciao Ken, come và, sei sempre legato come un prigioniero eh eh ?”.
Ken rispose: “Il guinzaglio ed il collare servono a non farmi allontanare troppo durante la notte, potrei perdere la strada, ma non mi lamento: così vuole il mio padrone ed io che sono il suo migliore amico, gli obbedisco volentieri!”
Fox ribatté con aria melliflua: “Mmmmm, mio caro Ken penso che tu non abbia capito proprio niente!”
Ken rispose molto risentito per il dubbio che la volpe gli aveva insinuato e disse: “Devo fare la guardia al pollaio e all’ovile, questo è il mio lavoro e lo voglio fare molto bene!”
Fox rispose : “Sarà, ma penso a quelle stupide galline e a quei galli impertinenti e dittatori. Loro non sanno che fine faranno! Delle pecore poi non ne parliamo, se va bene, le toseranno tutte, se va male diventeranno dei succulenti arrosti. Gnam, gnam!”.
Fox continuò:”E tu che ti credi tanto intelligente e buono, per aiutarli, perché non li fai scappare? Così li difenderesti. I contadini perderebbero solo qualche pollo arrosto, un ovetto ogni tanto e la sveglia al mattino che sanno fare solo quei bulli dei galletti! Poooooooveeeeeeeriiiiiiiniiiiii!, che futuro avranno stando qui!”.
Ken, ci pensò un po’ e disse: “Senti Fox, lo sanno tutti che sei un ladro furbone ed anche ricercato! Di cosa vuoi convincermi? Sai che faccio adesso? Chiamerò il mio padrone, il quale prenderà il fucile e poi…. Bam Bam Bum Bum!”.
Fox, capì di essere stato scoperto nel suo intento e iniziò ad indietreggiare da Ken, il quale iniziò ad abbaiare così forte da svegliare tutti.
Il padrone impugnò il fucile dalla lunga canna e prese a sparare a salve. Fox si spaventò moltissimo e con la coda tra le gambe e le orecchie basse iniziò a correre, correre, correre, finché finì in un dirupo dal quale non ne uscì più!
L’intelligenza ha sempre più forza della furbizia. Ken in premio ebbe una super zuppa, un super osso e tante carezze dai suoi padroni che capirono finalmente la fedeltà del loro amico cane e da quel giorno gli tolsero la catena ed il collare!
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