mercoledì 4 gennaio 2017

Santo Stefano di Sessanio: Il Borgo, la Storia e l'Ospitalità.

Una passeggiata fra le suggestive vie di pietra calcarea bianca di 
Santo Stefano di Sessanio. Non dimenticate di fermarvi ad assaporare 
un'ottima zuppa delle sue famose lenticchie!! 


Santo Stefano di Sessanio è un piccolo borgo medievale nella Provincia di L'Aquila, non distante dai bellissimi borghi di Castel del Monte e Rocca Calascio.

Situato ad un'altitudine di 1.251 metri, Santo Stefano di Sessanio rientra all'interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, di cui è la porta d'accesso meridionale, e fa parte della Comunità Montana di Campo Imperatore - Piana di Navelli.

Comune con una popolazione di 120 abitanti, che vivono in loco per tutto l'anno, Santo Stefano di Sessanio fa parte della prestigiosa selezione de "I Borghi più belli d'Italia", come il vicino borgo di Castel del Monte. 

E come i vicini borghi di Rocca Calascio, San Pio delle Camere, Castelvecchio Calvisio e Barisciano, anche Santo Stefano di Sessanio rientra all'interno degli storici possedimenti del Distretto delle Terre della Baronia.

Adagiato sulla cima di una collina, il borgo di Santo Stefano di Sessanio gode di una posizione che regala al visitatore panorami suggestivi e meravigliosi come quelli offerti dalle cime del Sirente e della Majella a sud e dal maestoso Altopiano di Campo Imperatore a nord.

Il borgo, costruito in epoca medievale, è stato oggi completamente ristrutturato ed è meta di un turismo elitario, soprattutto dopo la costruzione del famoso albergo diffuso "Sextantio", realizzato dall'imprenditore svedese Daniele Kihlgren e basato sull'idea di albergo/borgo. 
La restaurazione del borgo concilia in modo perfettamente armonico la sua originaria struttura e la sua storia con l'innovazione più avanzata. 

Visitare adesso Santo Stefano significa comprendere come un altro modello di sviluppo sia possibile.

STORIA DI SANTO STEFANO DI SESSANIO

La storia del nome di questo borgo si lega ad un passato romano. "Sextantio" (originariamente "Sextantia"), infatti, doveva indicare la distanza di "sei miglia" che intercorreva tra il piccolo borgo di Santo Stefano di Sessanio (ai tempi niente di più che un piccolissimo insediamento di poca importanza) ed il più grande pagus romano di San Marco, che si trovava in una vallata tra Castel del Monte e Rocca Calascio e che sicuramente era il più importante nella zona. Il nome invece di "Santo Stefano" deriva quasi sicuramente dalla più importante chiesa del paese, dedicata appunto al Santo.

Le prime notizie riguardo il territorio di Santo Stefano di Sessanio risalgono al 760 d.C., quando Carapelle Calvisio e le terre circostanti furono donate al monastero di San Vincenzo al Volturno da parte del re longobardo Desiderio.

Con la caduta dell'Impero romano ed il pericolo continuo delle invasioni barbariche, il paese tende ad incastellarsi, dotandosi di fortificazioni, mentre l'opera dei monaci determina un aumento delle terre coltivabili e quindi un aumento della popolazione.

Tuttavia, le notizie certe dell'esistenza di Santo Stefano di Sessanio rislagono al 1308 d.C.all'interno di un documento in cui viene espressamente citato.

Fu durante questo periodo, tra il XIII ed il XIV, infatti, che viene a crearsi la Baronia di Carapelle Calvisio, dominio feudale, del quale facevano parte, insieme a Santo Stefano di Sessanio, anche Rocca Calascio, Barisciano, San Pio delle Camere, Castelvecchio Calvisio e Castel del Monte. Il borgo di Santo Stefano di Sessanio diventa in quest'epoca un importante punto strategico e di avvistamento.

Nel 1474, l'abolizione delle tasse sulla pastorizia, nonché il riordino di pascoli in Puglia, danno vita al famoso fenomeno della transumanza che coinvolgerà numerosi paesi d'Abruzzo, tra i quali Santo Stefano. Ogni anno, da Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte, Rocca Calascio, Castelvecchio Calvisio ed altri paesi circostanti, partivano numerosi pastori che conducevano il loro bestiame al Tavoliere delle Puglie, dove l'inverno era meno rigido e più caldo.

Come gli altri borghi della Baronia di Carapelle Calvisio, anche Santo Stefano di Sessanio fu proprietà della famiglia toscana dei Piccolomini, fino al 1579, quando la Baronia fu venduta dalla Duchessa Costanza a Francesco I De' Medici Granduca di Toscana. 

Sotto la proprietà dei Medici, Santo Stefano di Sessanio ebbe un notevole sviluppo e divenne un centro importante per la produzione della lana "carfagna", che veniva poi lavorata a Firenze e, quindi, rivenduta in tutta Europa come prodotto pregiato.

I Medici mantennero la proprietà della Baronia, e quindi di Santo Stefano di Sessanio, fino al1743. 

In quella data, il borgo rientra all'interno del Regno delle Due Sicilie e diventa patrimonio privato del Re di Napoli.

Con l'Unità d'Italia, Santo Stefano di Sessanio diventa Comune. 

La privatizzazione dei pascoli del Tavoliere delle Puglie pone fine alla secolare attività della transumanza, causando lo spopolamento del paese ed il suo declino.

Oggi, Santo Stefano di Sessanio è uno dei "Borghi più belli d'Italia" ed il restauro completo del borgo e la creazione dell'albergo diffuso di Sextantio, da parte di Daniele Kilhgren ed altri imprenditori, hanno reso Santo Stefano una delle mete più ricercate dal turismo di elite.

Uno dei tanti archi di Santo Stefano di Sessanio

COSA VISITARE A SANTO STEFANO DI SESSANIO

Scendendo dalle alte terre dell'Altopiano di Campo Imperatore, un bianco borgo, troneggiato da una bellissima torre, incanta il viaggiatore, come una musica antica che sorge da un tempo lontano, attraverso le nebbie dei secoli...

Questo è il borgo di Santo Stefano di Sessanio.

Costruito completamente in pietra calcarea bianca, resa opaca dal tempo, il borgo è un'opera d'arte, che sorge su una piccola collina, nel mezzo di una vallata.

La sua torre trecentesca cilindrica è il simbolo di questa piccola miniatura medievale. RinominataTorre medicea, per la presenza del simbolo della famiglia fiorentina dei De Medici, la torre fu costruita in realtà durante l'epoca medievale, quando il borgo era un importante punto di osservazione della Baronia di Carapelle Calvisio.

Purtroppo, il terremoto del 6 aprile 2009 ne ha causato la rovina, ma la sua ricostruzione è già iniziata e terminerà tra due anni.

L'ingresso al paese, nella zona sud-est, avviene attraverso la Porta Medicea su cui svetta lo stemma della Signoria di Firenze, che ha lasciato numerose tracce nell'architettura medievale di questo piccolo e stupendo borgo. Medicei, infatti, sono i portali ad arco con formelle fiorite, le bifore e le mensole dei balconi, le finester in pietra finemente lavorate.

Il borgo di Santo Stefano di Sessanio è un labirinto di strette strade in pietra, archi e gallerie, che innamora qualsasi visitatore, regalandogli sensazioni di protezione e calore, di incanto e magia che lo riporta indietro in tempi lontani, di un medioevo che può essere rivissuto soltanto in questi piccoli borghi delle Terre della Baronia (Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte, Rocca Calascio, Carapelle Calvisio). 

Ed ogni più stretta "rua" conduce alla sommità del borgo, dove troneggia la Torre Medicea.

Caratteristico vicolo di Santo Stefano di Sessanio di notte

Percorrendo le tortuose "rue", si incontrano le bellissime case quattrocentesche, la più importante delle quali è sicuramente la Casa del Capitano, vicina alla Torre, così chiamata in quanto, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu occupata dalle squadre fasciste. 

Le logge della Casa del Capitano furono realizzate da maestri scalpellini, che furono chiamati direttamente da Firenze, quegli stessi maestri che ralizzarono il bellissimo palazzo nobiliare dettoPalazzo delle Logge.

Il borgo di Santo Stefano di Sessanio è circondato dalle famose "case-mura", case molto alte, con spesse mura e piccolissime finestre che davano sull'esterno del paese, dalle quali era facile difendersi e difficile essere colpiti.

Le "case-mura" o "case-torri" sono la particolarità anche di altri paesi, come il vicino Castel del Monte, ma sicuramente propria soltanto di Santo Stefano di Sessanio è la famosa Buscella, una stretta apertura sull'ultima cerchia di mura, dove si narra che, in epoca medievale, i giovani innamorati si incontravano per rubarsi fugaci baci, non potendo farlo pubblicamente.

Santo Stefano deve il suo nome alla chiesa del suo santo patrono, a cui è dedicata la Chiesa di Santo Stefano Protomartire, costruita tra il XIV ed il XV secolo, nel cimitero del paese. La sua pianta è irregolare e si presenta come una monoaula in cinque campate, con un'insolita area presbiteriale.

Tuttavia, la chiesa che incanta il visitatore, e non solo per il suo nome, è la Chiesa della Madonna del Lago, risalente al XVII secolo. Costruita fuori dalle mura del paese, sulle distese di verdi pascoli, la chiesa si rispecchia nel lago che si apre davanti la sua porta e per sorvegliare il quale sembra essere stata edificata.

La Torre Medicea a Santo Stefano di Sessanio d'inverno

PRODOTTI TIPICI: le Lenticchie di Santo Stefano di Sessanio 

Uno dei più famosi prodotti tipici d'Abruzzo sono proprio le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio.

Appartenenti ad una qualità rara ed introvabile, dal colore scuro marrone-violaceo e dalle dimensioni minute, la lenticchia viene coltivata qui a Santo Stefano da tempi antichissimi che risalgono addirittura ad un'età precedente l'anno Mille.

Il luogo ideale per la coltivazione di questo tipo di lenticchia si trova ad un'altitudine compresa tra i 1200 ed i 1400 metri, su un terreno arido. E' per questo che qui, a Santo Stefano di Sessanio, questo legume ha trovato il suo habitat ottimale, che gli dona un sapore così intenso che l'ha reso noto in tutta Italia ed Europa, tanto da essere ricercata ed utilizzata dai migliori chef al mondo.

Oggi, la loro coltivazione sta diminuendo, in quanto effettuata quasi soltanto per consumo famigliare. E' per questo motivo che la lenticchia di Santo Stefano è protetta oramai dal Presidio Slow-Food, ottenuto grazie all'intervanto del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Lenticchie di Santo Stefano di Sessanio

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