domenica 19 febbraio 2017

Il gufo, la civetta e il barbagianni

"La stupidità, la prepotenza, e l'imprudenza non viene mai premiata!"... 
è la morale di questa bella favola di Graziella D'Ambrosio, illustrata da Luca Ciancio.

In una notte di piena estate dal cielo stellato e con la luna piena, tre uccelli, un gufo, una civetta e un barbagianni, se ne stavano appollaiati sul ramo di una grossa quercia.

Contemplavano ciò che succedeva intorno a loro, ma il gufo all’improvviso disse alla civetta:

“Questo ramo è solo mio, spostati, vai da un’altra parte!“

La civetta rispose: “Questo ramo non è solo tuo, è anche mio; chiediamolo al barbagianni!“

Il gufo e la civetta chiesero in coro: “E’ vero barbagianni che questo ramo appartiene solo ad uno di noi due?“

Il barbagianni rispose: “Veramente io sono il più grosso e questo ramo appartiene solo a me!“

I tre uccelli cominciarono a discutere tanto forte che tutti gli animali del bosco si svegliarono e andarono a vedere che cosa stesse succedendo.

Si avvicinò alla base della grande quercia anche un grosso coccodrillo, molto, molto arrabbiato e soprattutto molto affamato. Il coccodrillo alzò il grosso muso a fauci spalancate e disse rivolgendosi ai tre litiganti: 

“Scommetto che nessuno di voi tre sa’ volare senza ali! “ Il gufo, la civetta e il barbagianni si guardarono stupiti e dissero: “Certo che non sappiamo volare senza ali, siamo uccelli!“. Orgogliosi, imprudenti, prepotenti e stupidi aggiunsero: 

“Però possiamo provarci!“. Il coccodrillo rispose: “Va bene, allora provate a volare al mio via con le ali chiuse, vedremo quanto siete bravi e chi vincerà avrà il possesso del ramo per sempre!“.

Il coccodrillo iniziò a contare: “Uno……due …….e treee! VIA!“.

Spalancò al massimo le fauci e aspettò che arrivassero i prelibati bocconcini.

I tre uccelli spiccarono un salto senza aprire le ali e finirono dritti, dritti nella enorme bocca del grosso coccodrillo.

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