Le giornate scorrevano lunghe e silenziose a Little River e Anita lo sapeva bene. Al mattino la svegliava il rumore dello spazzaneve che col suo inutile lavoro spostava via la neve che nel pomeriggio sarebbe ricaduta copiosa su quella strada. Mentre sorseggiava quel the bollente di fronte al camino, si portava le ginocchia al petto per sedersi più comodamente, e pensava.
Le vacanze Natalizie erano state anticipate da una formidabile nevicata che aveva messo in ginocchio l’intero paese. Ed anche se mancavano ancora due settimane al Natale, l’atmosfera era già frizzante, tant’è che nelle strade bianche, si vedevano già i luccichii delle lucette, che ornavano le finestre delle case. L’albero di Natale in casa Courson era rigorosamente biodegradabile. Un vero abete avrebbe sofferto troppo in casa, al chiuso. I genitori di Anita erano degli incurabili ambientalisti, e sotto Natale, coinvolgevano la figlia in bagnate e fredde escursioni nel bosco, alla ricerca di pigne, ghiande, sassi, e tutto ciò che si potesse decorare e appendere all’albero. La vita di Anita era sempre stata abbastanza diversa da quella di tutte le altre ragazze. Cresciuta in un ambiente new age, i genitori che all’epoca della sua nascita erano dei convinti hippie, l’hanno cresciuta sui principi del pace e amore, largamente in voga negli anni 60.
Little River nel periodo natalizio era invasa di luci e colori. Dalle finestre appannate di scorgevano gli alberi addobbati e dalle vetrine delle piccole botteghe artigianali, si potevano ammirare composizioni di tutti i tipi.
La cioccolateria era il luogo preferito di Anita, ed i suoi due migliori amici; Beatrice e Roger.
I tre adoravano rotolarsi fra i cumuli di neve per poi correre a prendere una cioccolata calda.
La cioccolateria era gestita da Nina, una giovane ragazza, che si destreggiava fra i profumi di antiche ricette.
La bottega affacciava sulla Green Lane, una strada che portava ad un enorme parco.
L’accoglienza di Nina era sempre insuperabile. Cioccolata deliziosa e biscotti a non finire.
Ma quel pomeriggio c’era qualcosa di diverso.
Un’ospite, che si nascondeva dietro al bancone, fece capolino d’improvviso. Testa grigia, come argento, occhi grandi, di un azzurro come i cieli più limpidi.
Una figura armoniosa, avvolta in pesanti foulard, ed illuminata da un gentile sorriso.
Era arrivata in bottega la nonna di Nina, che sembrava una dea, scesa dall’olimpo.
La sua presenza era regale e rassicurante contemporaneamente, ed i tre non poterono far altro che riempirla di domande.
Scoprirono che la bottega nacque grazie a lei, che con grande dedizione, scoprì ed imparò l’arte della cioccolata.
Intanto i tre sorseggiavano già la seconda tazza, ed erano estasiati dal profumo dei biscotti alla cannella appena sfornati ed incantati dai racconti della nonna.
Una vita pieni di viaggi. Tutto il mondo nelle sue parole.
Ed il tempo in quel luogo così caldo ed accogliente si fermò.
Le travi di legno, le poltrone di velluto consunto, gli scaffali che ospitavano i più svariati tipi di cioccolata; sembrava che tutti pendessero dalle parole di nonna.
Aveva l’età di Nina quando arrivò a Little River, un paesino ancora troppo piccolo e troppo arretrato.
Solo una cosa la convinse a restare in quel luogo: l’immenso parco che circondava la Green Lane.
Presto, questo luogo immerso nella natura, divenne la sua dimora e fu li che iniziò a leggere i più svariati libri sull’arte della cioccolata.
Cosa c’era di così particolare in quel boschetto?
Little River era cresciuto attorno al parco, ed i genitori di Anita, non si facevano mai mancare un’ora al giorno immersi in quell’incanto.
Fra gli alberi, si poteva ascoltare il suono gentile delle foglie mosse dal vento e gli animali che silenziosamente si nascondevano fra i tronchi. L’inverno ed il gelo, trasformava questa piccola foresta in un luogo incantato, dove le fate dimoravano fra la neve e gli gnomi facevano scorta di legna da bruciare.
Gli occhi dei tre ragazzi erano illuminati dalle parole della nonna. Non si aspettavano tanta devozione verso quel luogo. Corsero quindi fuori dalla bottega, ma non prima di aver sentito queste parole dall’anziana signora: “C’è un angolo nascosto, dove il fiume si dirama, e un torrente passa veloce fra i muschi e gli alberi alti. Ogni creatura vivente dovrebbe ammirare quello spettacolo della natura, la neve che luccica al sole del tramonto, i raggi che sfiorano il torrente e filtrano oziosi fra i rami. Li l’acqua sussurra una dolce canzone, i venti leggeri accarezzano gli alberi, la terra geme sotto i piedi ed il sole illumina gli occhi”.
Era quasi il tramonto, ed il cielo aveva fatto spazio ai deboli raggi di un sole arancio.
I ragazzi non volevano perdere quello spettacolo, e corsero il più possibile, prima che calasse l’oscurità.
L’inverno aveva donato al parco il vestito pesante e gelido della neve, tutto brillava.
Sotto quel torrente i sussurri delle fate, riecheggiavano fra i tronchi, il ghiaccio ornava di diamanti i rami.
La terra gemeva ad ogni passo, dove neve e foglie si spandevano sotto i piedi.
Era proprio vero.
Quando i loro occhi brillavano di fronte a quello spettacolo, avevano sentito gli spiriti dei boschi scampanellando fra le foglie smeraldo.
Vamayca
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