domenica 1 gennaio 2017

L'ANNO CHE NON C'È


Un tramonto lontano dava sul cimitero di paese. All'interno vi erano alcuni loculi ancora illuminati di una scura luce arancio, mentre il silenzio dominava le vie e le cappelle di famiglia. Qualcuno aveva portato fiori nuovi per l'arrivo del nuovo anno, accanto ad alcune foto sorridevano i babbo Natale ricordi delle feste che passavano lente. Quell'anno che finiva nascondeva tra l'aria che sapeva di neve prossima, antichi ricordi legati a chi aveva vissuto anni prima. Antichi volti provati dal caldo e dalla fatica della campagna sorridevano immobili in un momento eterno ed ora sembravano riprendere vita,nei loro capodanno passati: tornavano per volere delle anime i profumi di acciughe e tonno e si ricreava l'atmosfera di casa, con un camino sempre acceso nei giorni delle feste e dove al ritorno dai campi era possibile raccontare storie di streghe e della donna anziana che porta dolci vestita di stracci. Un uomo con baffi e cappello appena tornato dalla mietitura burbero sedeva al tavolo davanti ad un corposo bicchiere di vino rosso, raccolto mentre nel cielo l'arcobaleno si colorava tra le ultime gocce di un rapido temporale estivo. 

Ora nella sua immagine in ombra e circondato dai rovi spogli delle rose guardava tutti, come quando tornava a casa riportando fascine e gli animali erano nella stalla. Una coppia innamorata unita nei giorni di sempre ,lei con un fazzoletto in testa e lui baciato dal sole rovente, aveva sfornato il pane ed il profumo rendeva quel luogo sacro quasi familiare, nell'abbraccio della sera che scendeva. Un'esile donna,la sarta del paese, dopo pomeriggi afosi passati tra aghi e canti impazziti di cicale era nel silenzio invernale,rotto in estate dai grilli che tessevano per lei ricordi e melodie di gioventù. Nei ricordi che prendevano vita in quel limbo silenzioso i canti si sarebbero alzati con lo spuntare della prima stella in un nuovo inizio di anno eterno,dopo tanti vissuti sulla terra,tra miseria e fatica, segreti e speranze.

Sempre ad ogni anno il profumo di un panettone diviso per molte famiglie si incuneava in quelle vie sante, mentre una falce sottile di luna nuova brillava tra le punte dei cipressi, mentre le campane della chiesa antica rintoccavano la messa per il ringraziamento all'anno trascorso e le preghiere dei Vespri, immaginando il volo di colombe tra i ciliegi in fiore ad aprile.

E da lì anche, lontano, silenzioso,si alzava l'augurio per un anno di buona vita. 

( Annalisa Ferri )

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