domenica 1 novembre 2015

L’ASINELLO CHE ACCOMPAGNA I BAMBINI A SCUOLA



È stata brava questa gente di Godega: ha pensato di affidarmi un compito veramente di mio gradimento; lo svolgo proprio volentieri. Accompagno a scuola questi bambini con piacere e con dedizione. Mi reoccupo affinché non succeda loro niente di male, e così, in fondo, anch’io do il mio contributo per la cultura. Come? Ah, mi dicono di no... chiedo scusa, forse questo non c’entra! Ma chissà, poi; di questa scuola, se ne dicono tante. Sembra che chi si alza per primo la mattina voglia una riforma nuova: esami-non esami, voti-non voti, merito-non merito... È una gran confusione. La scuola è maestra della vita, è uno dei primi “laboratori” per formare gli uomini. Chissà se questi bambini riceveranno solo nozioni, o anche esempi, e soprattutto amore? Chissà se crescendo diventeranno bravi cittadini, o andranno a lanciare sassi dai cavalcavia?... E questi bambini portatori di handicap... mi fanno una tenerezza infinita. Li accompagno con tutto l’amore e l’attenzione possibili. Qualche volta, all’uscita da scuola, li vedo tristi. Mi dicono che spesso sono evitati, emarginati, derisi; che qualche mamma, o papà, non li vuole sui banchi assieme ai propri figli. Non pensano che facendo così privano le loro creature del più importante insegnamento della vita? Li hanno chiamati “diversamente abili”, ma se non li accolgono con amore, con simpatia e spontaneità queste parole finiscono per rappresentare una pietosa bugia, o peggio, una disgustosa ipocrisia.



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