domenica 1 novembre 2015

UN VIOLINISTA NELLA METROPOLITANA


C'era un musicista che suonava in strada all'ingresso della fermata della metropolitana di Washington. Era una mattina fredda, di gennaio. Suonò per quarantacinque minuti. Incominciò con Bach, poi l'Ave Maria di Schubert, quindi musiche di Manuel Ponce, di Massenet e di nuovo Bach. Erano quasi le otto del mattino: era un'ora di punta, gli passavano davanti, a frotte, persone frettolose, quasi tutte dirette al lavoro. Dopo tre minuti, un uomo di mezza età si accorse del musicista. Rallentò il passo, si fermò alcuni secondi e riprese il cammino. Un minuto dopo, il suonatore ricevette il suo primo dollaro. Senza fermarsi, una donna lanciò una banconota nella custodia del violino. Alcuni minuti dopo, un individuo si fermò per qualche istante ad ascoltare, ma guardando l’orologio riprese a camminare in fretta... Chi gli fece maggior attenzione fu un piccolo di tre anni circa. Sua madre lo prese e lo tirò, ma il piccolo continuava ad ascoltare il violinista. Finalmente, la madre lo prese con forza e continuarono il cammino. Il piccolo, mentre camminava, continuava a guardare il suonatore. Durante i quarantacinque minuti in cui suonò, ci furono solo sette persone che si fermarono ad ascoltarlo brevemente. In tutto il tempo, riuscì a raccogliere 32 dollari! Nessuno fece caso quando il violinista smise di suonare. Nessuno lo applaudì. Tra le circa 1.000 persone che passarono davanti a lui, nessuno lo riconobbe. Nessuno pensò che il violinista fosse Joshua Bell, uno dei migliori musicisti del mondo. Nella fermata della metropolitana eseguì alcuni tra i più difficili spartiti che mai siano stati scritti, e tutto questo con uno Stradivari del 1732, valutato 3,5 milioni di dollari! Soltanto tre giorni prima di questo episodio aveva realizzato il tutto esaurito per un suo concerto, con un repertorio simile, alla “Symphony Hall” di Boston, dove il prezzo del biglietto era di 100 dollari! Questa esibizione in incognito, nella stazione della metropolitana, di Joshua Bell, era stata organizzata dal “Washington Post” come test per indagare sulla percezione, il gusto e le priorità della gente. Questi erano i quesiti: Possiamo in un ambiente quotidiano, a un’ora insolita, apprezzare la bellezza? Ci fermeremmo per apprezzarla? Possiamo riconoscere il talento in un contesto insolito? Una delle possibili conclusioni potrebbe essere: se non ci prendiamo il tempo per fermarci e ascoltare, quando uno dei migliori musicisti del mondo sta suonando alcune delle migliori musiche, quante altre cose straordinarie ci stiamo perdendo, perché non sappiamo apprezzarle?



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