sabato 31 dicembre 2016

I DUE VOLTI DEL CAPODANNO


Capodanno è sempre stata una festa importantissima in ogni civiltà ,anche se anticamente non per tutti i popoli cadeva nel passaggio tra il 31 dicembre e il 1 gennaio. 

Fu il calendario giuliano, ovvero il calendario promulgato da Giulio Cesare nella sua qualità di pontefice massimo nel 46 a.C., a fissare l’inizio dell’anno il 1° gennaio, mentre prima era il 1° marzo. I Romani chiudevano l’anno con i Saturnali, le feste in onore del dio Saturno, e festeggiavano l’inizio del nuovo, il 1°gennaio, con le celebrazioni in onore del dio romano Giano, da cui trae origine il nome del mese di Gennaio. 

Il Dio Giano Bifronte è il dio dell’inizio e della fine, raffigurato con un volto rivolto all’anno vecchio e uno all’anno nuovo. 

A questa divinità, i sacerdoti offrivano farro e focaccia per propiziare i raccolti del nuovo anno. 

Quello stesso giorno i Romani usavano far visita agli amici, scambiarsi doni, fare offerte di focacce e di incenso al dio dell’inizio.

Il ogni caso, Capodanno è sempre stato visto come un momento di cambiamento, di rigenerazione, di nuovi auspici,e lo era soprattutto per le società agricole del passato, dove la concezione del tempo, seppur circolare (Annus significa anche cerchio), considerava ogni ciclo annuale come un tempo concluso, in cui l’anno, bene o male,aveva dato i suoi frutti e ora finiva con la cancellazione del passato e la conseguente apertura di un tempo nuovo e di una nuova vita.

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