martedì 20 dicembre 2016

LE CORPORAZIONI


Le corporazioni sono un’invenzione socio-economico-professionale propria del Medioevo. Ci volle del tempo prima che si pervenisse a forme di “libere associazioni”. Esse si andarono svincolando dal potere politico e acquisirono una veste di tipo confraternale e di mutuo soccorso. Difatti prima del XIII secolo è difficile fare una distinzione tra corporazioni e confraternite, le corporazioni però accentuavano sempre più la loro vocazione economica eliminando forme di concorrenza, garantendo un prezzo di mercato. Com’era organizzata una corporazione? Al suo vertice c’erano i maestri che dettavano le direttive, la proteggevano da eventuali fughe di tecniche e conoscenze, redigevano gli statuti e tenevano rapporti coi lavoratori subalterni. Si diventava maestro solo dopo un lungo periodo di apprendistato: il discepolo lavorava e viveva insieme al maestro. L’apprendista pagava quest’ultimo che, in cambio di vitto e alloggio, aveva anche manodopera a costo zero. Dopo il periodo di apprendistato si doveva sostenere una prova finale, che consisteva in un capolavoro, cioè in un manufatto realizzato a regola d’arte. Con questa prassi si poteva entrare nella corporazione.

Gli statuti delle varie corporazioni regolamentavano l’accesso ad esse; le cariche più importanti; si dettavano le varie disposizioni per la convivenza tra i maestri; si stabilivano le giornate in cui era proibito lavorare; si “pronunciavano” esortazioni a esercitare il proprio mestiere con coscienza; si formulavano obblighi morali e religiosi per i vari membri. Quella dei mercanti, di solito, era ovunque la corporazione più potente. Nelle singole città-stato le Arti-corporazioni erano numerose e il tono della loro importanza lo definiva l’ordine, sempre rigorosamente stabilito, secondo cui esse dovevano sfilare nelle processioni laico-religiose cittadine.


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