“Solo per qualche istante” è il titolo di una poesia di Evgenij Abramovic Baratynskij che affronta il tema della fugacità dell'amore.
L’amore è la forza che ci spinge ogni giorno a continuare, ad andare avanti. Chi ha provato l’amore sa quanto esso sia forte, avvolgente e sconvolgente, ma anche rassicurante. Però l’amore può anche finire. Si dirà che è la passione che finisce, ma l’amore resta. Non sempre è vero: l’amore può finire, è un dato di fatto, volenti o nolenti.
L’amore che illumina l’orizzonte per poco, che quasi ci tocca, rendendoci felici per una manciata di attimi per poi svanire senza pietà e lasciarci tristi, turbati e malinconici è un motivo che ricorre spesso in poesia e, a dirla tutta, non è molto originale. Ma il poeta russo Evgenij Abramovic Baratynskij (1800-1844, a Napoli) tratta l’argomento con malinconico riserbo.
La poesia per la domenica che vi proponiamo oggi ha per titolo Solo per qualche istante ed è tratta dal Piccolo quaderno dei poeti russi del secolo scorso, a cura di V. Miniussi, All'Angelo Raffaele, Venezia 1996.
La gioia nell’esistenza ci affascina per qualche istante,
balenano (e quasi non li scorgi) i giorni della felicità;
sfolgorano appena – e già si celano.
Per qualche istante ho conosciuto quanto sia dolce l’amore;
ma ora, mia cara amica, tu non sei più con me.
La beatitudine – sogno d’un attimo – è già svanita.
Io sono solo, e il cuore è oppresso
dalla nostalgia d’un anno di separatezza.
Dove sei finito, dove, fascino dell’amore?
Non è già passata, tra noi, un’eternità?
Come può la mia vita esser stata felice un’ora soltanto?
Come possono essermi rimasti addosso soltanto i desideri?
Possedevo tutto, e in un instante m’hanno privato di tutto:
il mio sogno era appena sorto, e subito è svanito.
Della felicità mi rimane soltanto
un triste turbamento.
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