Una leggenda racconta che Giulio e Giuliano, fratelli, giunsero Gozzano. Erano soliti andare al lago d’Orta e dalle sponde osservavano lo scoglio roccioso e inospitale che fuoriusciva dalle acque. Pare che questo scoglio fosse però la tana di un drago, una creatura che abitualmente saziava la propria fame attaccando il bestiame, distruggendo case e raccolti e, talvolta, divorando anche qualche persona.
Giulio, mosso a compassione per le persone vittime di questi attacchi, decise di provare a porre fine a questa situazione, stese il proprio mantello sull’acqua utilizzandolo come zattera e brandendo la propria spada, raggiunse l’isola dove affrontò e sconfisse il drago.
A raccontarci questa storia che lascia sempre tutti a bocca aperta, sono le suore che vivono nel convento, dov’è custodito qualcosa di incredibile, la prova materiale che la leggenda sia vera, una vertebra di drago.
La vertebra è sospesa al centro della sacrestia e le sue dimensioni sono decisamente notevoli. Effettivamente si tratta di un osso ritrovato nei pressi dell’isola, nulla ci può assicurare che sia appartenuta a un drago, ma potrebbe essere un residuo dello scheletro di qualche dinosauro acquatico che è riuscito a conservarsi fino ai giorni nostri. In ogni caso, grazie alla vertebra, la storia di San Giulio acquista ancora maggiore credibilità e affascina chiunque ne venga a conoscenza.
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