Nei tempi passati, al termine dell’estate, un uccellino si ferì ad un’ala, restando cosi da solo in mezzo al bosco. Non potendo più volare, restò praticamente in balia dell’inverno, che già faceva sentire i suoi primi geli. Allora, domandò ad un enorme faggio di potersi rifugiare tra i suoi grandi rami, sperando di poter passare l’inverno al riparo dal cattivo tempo. Ma, il faggio, altezzoso, rifiutò all'uccellino un piccolo riparo tra le sue fronde. Intristito, l’esserino continuò a girovagare nel bosco, trovando, di lì a poco, un grosso castagno e, speranzoso, ripetè la stessa domanda. Ma, anche quest’albero rifiutò all’uccellino la sua protezione. Così, nuovamente s’incamminò nell’oscurità della foresta, alla ricerca di un riparo. All’improvviso, si sentì chiamare: “Uccellino, vieni tra i miei rami, affinché tu possa ripararti dal freddo. Stupito, l’uccellino si voltò e vedendo che a parlare era stato un piccolo abete, saltò lesto su uno dei suoi rami. Subito dopo, anche una pianta di ginepro offrì le sue bacche come sostentamento per il lungo inverno. L’uccellino ringraziò più volte per tale generosità, che gli permise di superare la cattiva stagione. Dio, avendo osservato tutto, volle ricompensare la generosità dell’abete e del ginepro, ordinando al vento di non far cadere loro le foglie, e quindi da quel giorno furono “sempreverdi”.
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