mercoledì 17 gennaio 2018

«Non esiste altro peccato che la stupidità»


«Non esiste altro peccato che la stupidità» è un celebre pensiero di Oscar Wilde che risulta impossibile non condividere per quanti giornalmente siano costretti a fare i conti con gli effetti tragicomici di comportamenti che sembrano solamente volti a complicare la vita a noi e a chi li ha generati.

Pochi sono stati gli studi condotti su uno dei mali che da sempre affligge l’umanità e ne condiziona il cammino storico.

E non è difficile comprenderne il motivo, né esserne stupiti: definire la stupidità o intraprendere uno studio su un argomento così vasto che investe la sfera soggettiva di ognuno di noi è difficile da esaminare.

La stupidità è molto potente e si potrebbe associare ad uno stato di apatia letargica, a differenza dell’intelligenza che implica la volontà di migliorare continuamente se stessi.

Non è facile circoscrivere un concetto che investe la sfera soggettiva di ognuno di noi. La stupidità, oltre ad essere soggettiva, è intuibile. La percepisci, ma non riesci a sintetizzarla in poche parole e le percezioni soggettive non possono considerarsi un valore assoluto. Discutere della stupidità può comportare il rischio di inoltrarsi in un sentiero oscuro e sconosciuto che pochi studiosi hanno cercato di affrontare, anche perchè, essendo una caratteristica insita nella natura umana non si può curare. Puoi forse diagnosticarla, ma nessuno è mai riuscito a trovarne la cura. Magari esistessero delle pillole che riuscissero a contenerne gli effetti! E un’osservazione attenta della società umana potrebbe portare alla misantropia, visto che la stupidità regna sovrana.

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