sabato 31 ottobre 2015

SCEGLI



Scegli di amare invece di odiare.

Scegli di sorridere invece di fare smorfie.
Scegli di costruire invece di distruggere.
Scegli di perseverare invece di rinunciare.
Scegli di lodare invece di spettegolare.
Scegli di guarire invece di ferire.
Scegli di dare invece di prendere.
Scegli di perdonare invece di maledire.
Scegli di pregare invece di disperare.

Fonte non specificata


Di tutto un po' #163



Quando soddisfiamo dei bisogni – di qualunque natura essi siano – il cervello rilascia dopamina, un neurotrasmettitore che si attiva proprio quando viviamo esperienze gratificanti dandoci una meravigliosa sensazione di piacere. Non sono solo azioni come il gioco o il mangiare o il sesso ad attivare il nostro star bene. Degli studi hanno dimostrato che anche l’esercizio fisico e le buone azioni come fare beneficenza e occuparsi degli altri, attiva i circuiti del piacere.

È curioso sapere che esistono circuiti del piacere addirittura in animali privi di cervello come i piccoli vermi che vivono la terra. Quando questi animali mangiano un certo tipo di batteri si attivano i meccanismi di rilascio della dopamina, una tipologia molto rudimentale di piacere.


Di tutto un po' #162

Drake Passage, Palmer Peninsula, #Antarctica


La temperatura più bassa mai registrata nella terra è stata rilevata in Antartide nell’agosto del 2010: -93,2 °C. A temperature così basse sopravvivere è impossibile e l’aria è così fredda che non può nemmeno essere respirata, perché causerebbe il congelamento praticamente istantaneo di trachea e polmoni. Il freddo record in Italia è stato registrato in una dolina di Busa Fradusta, nel complesso delle Pale di San Martino (Dolomiti bellunesi): -49.6 °C, registrata il 10 febbraio 2013 a quota 2.607.


Di tutto un po' #161


La solitudine è per me una fonte di guarigione

che rende la mia vita degna di essere vissuta.
Il parlare è spesso un tormento per me e ho
bisogno di molti giorni di silenzio per ricoverarmi
dalla futilità delle parole.

Carl Gustave Jung

opera d’arte di Alphonse d’Heye


Di tutto un po' #160


Lei sola percepiva i suoni

dei miei silenzi. Temevo
a volte che fuggisse il tempo
ostile mentre parlavamo.
Dopodiché ho smarrito la memoria
ed ora mi ritrovo a parlare
di lei con te, tra spirali di fumo
che velano la nostra commozione.
Ed è questa la parte di me che ritrovo
mutata: il sentimento, per sé informe,
in quest'oggi che è solo di rimpianto.

Eugenio Montale

opera d’arte di Guy Cambier


E’ novembre.



Presto, cogliamo questi ultimi lampi

di bellezza della terra esausta che si prepara a morire.
(Ardengo Soffici)



Non è da ieri che imparai a conoscere

l’amore per i giorni desolati
di novembre, prima della caduta della neve;

                                                             (Robert Frost)

Di tutto un po' #160



Il nome “Novembre” deriva dal latino novem, “nove”, Nell’antico calendario romano novembre era il nono mese dopo marzo. Fino al 470 a.C. era seguito da Maglio, mese di caccia imperiale.

Buon mese di Novembre!
L’anno ha sedici mesi: novembre, dicembre, gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre, novembre, novembre, novembre.
(Henrik Nordbrandt)


Di tutto un po' #159


La vita non è fatta di cose incredibili, fantastiche.

E’ fatta di piccole cose, ma quando non chiedi l’impossibile,
quelle piccole cose si trasformano in realtà eccezionali.

Osho


Di tutto un po' #158



Dal 1910 al 1960, nelle nostre campagne i contadini erano mezzadri cioè lavoravano i campi e dividevano a metà i prodotti con il padrone, il proprietario della casa e dei poderi.La casa non era lussuosa e ben curata come quella di oggi.La stanza più grande era la cucina dove c'era un grande focolare intorno al quale si riuniva la famiglia numerosa, composta dal capoccia, dalla vergara (la moglie del capoccia), da tanti figli sposati e non.Il camino serviva per riscaldarsi e per cucinare.Appeso al catenaccio c'era il caldaio per cuocere la polenta, la pasta, le erbe di campo....


Il pane si faceva in casa con la farina e spesso si andava al mulino a macinare il grano.In un letto dormivano più persone e i materassi erano di crini o di foglie di granoturco.Vicino alla camera c'era il magazzino dove si tenevano i cereali.Sotto casa c'era la cantina, la stalla, l'ovile, il pollaio.In cantina, oltre al vino, all'olio e all'aceto, c'erano i salami, le salsicce, i prosciutti, i formaggi...

In casa non c'era n'è luce elettrica n'è acqua corrente.Il gabinetto era fatto di canne ed era fuori situato fuori.Di notte si usava l'orinale per fare i bisogni.L'acqua per fare da mangiare e per lavarsi si prendeva con l'orcio alla fonte.Per fare luce si usavano le candele, l'acetilene (lume a carburo) e il lume a petrolio.A volte, d'inverno si faceva il bagno in una tinozza vicino al focolare o nella stalla perchè, grazie agli animali, c'era più tepore. D'estate si faceva anche all'aperto.Nelle stalle, d'inverno, gli uomini intrecciavano i cesti con il vimini, costruivano attrezzi...

Le donne facevano il bucato una volta al mese usando la cenere e il sapone fatto in casa.Molte praticavano il mestiere della lavandaia.I vestiti erano semplici, confezionati in casa: con la lana, la canapa, il cotone. I più fortunati avevano il vestito della festa che si indossava soltanto per andare a Messa o in occasione di feste particolari.Quando si rompevano si riattoppavano.Le donne tessevano al telaio la canapa coltivata nei campi.Le ragazze si preparavano la dote: lenzuola, asciugamani, grembiuli....

Molti contadini allevavano anche i bachi da seta e portavano i bozzoli alla filanda per estrarre la preziosa seta.Si andava in giro scalzi o con gli zoccoli di legno.Se c'era un paio di scarpe si conservava per le feste e si portavano ad aggiustare dal calzolaio.Le donne non portavano n'é pantaloni, n'é collant.Negli anni 1930 sono arrivate le prime automobili (Balilla 1934, Topolino 1936....), ma se le potevano permettere in pochi!!

Negli anni '50 si vedevano passare alcune moto e negli anni '60 uscì la mitica VESPA.A scuola gli insegnanti erano molto severi e davano punizioni anche dolorose (tirate di orecchie, bacchettate sulle mani, le ginocchia sopra il granoturco)....

Erano molti i bocciati e pochi frequentavano oltre la terza elementare.Si scriveva con il pennino e l'inchiostro.Prima di iniziare la lezione si recitava la preghiera, poi si passava all'ispezione dell'igiene personale.D'inverno si portava la legna per la stufa e la maestra aveva il suo scaldino con la brace.La sera, prima di andare a letto, i bambini chiedevano la Santa Benedizione e i genitori rispondevano: "Dio ti benedica".Il tempo per giocare era scarso perchè anche i bambini aiutavano i grandi nel lavoro dei campi e nell'accudire le bestiole.I giochi più comuni erano: la ruzzola, la corda, la campana, il sassetto, la crocetta, la buchetta, nascondino....I grandi ballavano al suono dell'organetto e della fisarmonica.Cantavano serenate alle ragazze e i dispetti.


“ LA BAMBOLA CHE DORME”


“ LA BAMBOLA CHE DORME” è una storia in una storia.
di Carmignani Dana

L'analisi di un amore dall'inizio alla fine, è lo spunto per indagare e analizzare un passato che esiste e condiziona.


I retroscena delle persone che ci hanno concepito e di altre che ci stanno accanto, ci danno nostro malgrado, la misura di ciò che siamo.

Non sempre ce ne rendiamo conto, ma è proprio questo il punto, rendercene conto, esserne consapevoli, è la meta per affrontare la vita e per andare avanti con l'ottimismo che serve.

La protagonista, si troverà ad affrontare in un arco di sette anni, in una Milano degli anni ottanta, oltre ai soliti problemi esistenziali, anche “vecchi fantasmi” ormai dimenticati, che riaffiorano tremendamente attuali.

Dovrà vedersela con la separazione, il nuovo lavoro e il nuovo amore, e anche con la realtà di un vissuto senza sicurezze e soprattutto senza la vicinanza delle persone più essenziali, che le hanno “regalato” una personalità particolare.

La vivacità e la curiosità, la portano sempre a vivere intensamente e al di fuori delle regole comuni, ma la costringono a risolvere situazioni in cui a volte si infila quasi senza accorgersene.

Gli uomini nella vicenda, sono meno importanti di quello che sembrano.

Una madre dolce, ma assente, un padre bello e scapestrato perso precocemente, una nonna stupenda, unico surrogato di un amore mai sentito appieno, sono i veri personaggi che girano intorno alla protagonista, protagonisti a loro volta di una storia che sembra non intrecciarsi con l'altra e che invece a volte addirittura la domina.

La bambola del titolo, regalo del padre, “quell'uomo” mai vissuto e odiato più che amato, rimarrà dormiente sull'armadio, tutto il tempo necessario alla protagonista, per capirsi e capire anche i vecchi problemi. Allora agirà di conseguenza, e deciderà di disfarsene, tanto quanto ormai si è disfatta della “bambola” dentro di se.

Alla fine di quest'azione, che è anche la fine dell'amore, nascerà una nuova donna, che affonterà la vita in modo più determinato e sicuro, e, senza che lei se lo aspetti, la vita le preparerà, anziché una situazione di chiusura, un apertura invece, e un nuovo amore dolce e spensierato, che la porterà per mano in un mondo da sogno.

Con un sogno si concluderà finalmente anche il passato rimasto addosso. Si scioglierà in un pianto liberatorio che lascia spazio solo al futuro e … alla felicità.


INVIDIA - IRA


INVIDIA
Nei rapporti tra fratelli, invidia e gelosia sono quasi un “must”. È, in un certo senso, naturale misurarsi con chi ci è vicino, serve anche a definire meglio noi stessi. Il problema nasce quando questo confronto diventa ossessivo, ci causa dolore e diventa una ragione per odiare l’altro. E qui, dovrebbero intervenire i genitori, per rassicurare chi si sente in difetto, ma anche per bloccare e scoraggiare questo modo di guardare gli altri. È brutto vivere pensando che gli altri siano più belli, abbiano più possibilità, abbiano il meglio. È una malattia che ti impedisce di vedere il bello e il buono che ti circonda e ti riempie di rancore e di negatività. Cerchiamo di spiegarlo a chi dei nostri figli mostra qualche predisposizione a questo che non a caso, è considerato uno dei sette peccati capitali: è l’invidioso a vivere male, l’altro se ne fa un baffo…


IRA
Prima di avere figli pensavo di essere una persona mansueta, tranquilla. Poi, sarà la stanchezza, la depressione “post partum” o i casi della vita, mi sono scoperta, decisamente, iraconda. E non è stata una bella scoperta. Prendersela con un affarino di due anni, alto circa un metro, perché si rifiuta di fare quello che gli si è detto, o perché non dorme, o perché strilla per un gelato, non è certo da persona equilibrata, matura, intelligente. Ma è capitato, con tutto il carico di urla, grida, lacrime che comporta. L’ira è un vizio, ci dice il catechismo, ed è meglio non abituarcisi: ad un certo punto ho imparato a dominarla (un po’) ed evitarla con trucchetti del tipo chiudermi in una stanza quando la sentivo salire… e a poco a poco è passata. L’affarino è cresciuto, e forse, anche questo è servito…

R. Florio


Gli antichi mestieri: lo spaccapietre.


Il lavoro degli spaccapietre era uno dei più ingrati: tutto il giorno stavano seduti a sbriciolare sassi e pietre col martello.


Lavoravano ai bordi dei fiumi, delle cave, sui versanti delle montagne...

Si mettevano nelle dita pezzi di camere d'aria delle biciclette legate con un cordone, per proteggersele, ma i colpi del martello non sempre si potevano evitare.

Portavano anche occhiali perché le schegge dei sassi potevano schizzare negli occhi, e infatti molti spaccapietre finivano col diventare ciechi.

Era un lavoro terribile, sotto il sole d'estate, al freddo d'inverno.

Le giornate per il povero spaccapietre passavano tutte uguali, senza fare con qualcuno commenti, discorsi o scambi di parole.



L'Erica


L'Erica è una delle piantine che sostituiscono i gerani nelle nostre fioriere all' inizio dell'autunno.

E' un genere che comprende deliziose piante sia da esterno che da interni, piante rustiche, perenni, che nel periodo autunnale si coprono di piccoli fiori campanulati di colore variabile a seconda della specie( ben 500), molto numerosi che fanno sembrare la pianta una nuvola colorata.

I fiori sono riuniti in spighe o in racemi terminali sui rami dell'anno precedente di colore molto vario dal bianco al rosso vivo.


Di tutto un po' #157


Ho l’età in cui le cose si osservano con più calma, ma con l’intento di continuare a crescere.

Ho gli anni in cui si cominciano ad accarezzare i sogni con le dita e le illusioni diventano speranza.
Ho gli anni in cui l’amore, a volte, è una folle vampata, ansiosa di consumarsi nel fuoco di una passione attesa.
E altre volte, è un angolo di pace, come un tramonto sulla spiaggia.
Quanti anni ho, io? Non ho bisogno di segnarli con un numero, perché i miei desideri avverati, le lacrime versate lungo il cammino al vedere le mie illusioni infrante valgono molto più di questo.
Che importa se compio venti, quaranta o sessant’anni!
Quel che importa è l’età che sento.
Ho gli anni che mi servono per vivere libero e senza paure.
Per continuare senza timore il mio cammino, perché porto con me l’esperienza acquisita e la forza dei miei sogni.
Quanti anni ho, io? A chi importa!
Ho gli anni che servono per abbandonare la paura e fare ciò che voglio e sento.


José Saramago

Di tutto un po' #156


Se spazio e tempo, a detta dei saggi,

son cose che non possono essere,
la mosca che vive un solo giorno
vive tanto quanto noi.
Ma intanto viviamo finchè possiamo,
mentre vita e amore sono liberi,
poichè il tempo è tempo, e fugge via,
per quanto i saggi dissentano.

I fiori che ti mandai quando la rugiada
tremava sul pergolato
avvizzirono prima che l’ape volasse
a succhiare la rosa canina.
Ma intanto affrettiamoci a coglierne ancora
e non rattristiamoci a vederli languire,
e per quanto i fiori della vita siano pochi
possano essere divini.

Thomas Stearns Eliot

opera d’arte di Ann Hardy


Di tutto un po' #155



Cercate dunque di guardare ogni mattina il sole al suo sorgere come se lo vedeste per la prima volta, ed esso vi apparirà sempre nuovo.
(Omraam Michaël Aïvanhov)

Di tutto un po' #154


Nessuno, mai, riesce a dare l’esatta misura di ciò che pensa,

di ciò che soffre, della necessità che lo incalza,
e la parola umana è spesso come un pentolino di latta
su cui andiamo battendo melodie da far ballare gli orsi
mentre vorremmo intenerire le stelle.

Gustave Flaubert

opera d’arte di Gurbuz Dogan Eksioglu


Di tutto un po' #153


A cosa servono i tramonti,

io non ho pace
E trito le parole,
le rimugino quasi fossero sassi
divorati da una pioggia
che crudelmente le beffeggia
sotto la coltre di una luna amorfa.
Io amo il silenzio,
è muto ed oltrepassa i sensi
per oscillare sulla vita
con passi brevi
e non dimentica il suono
dei miei occhi,
l'unico accenno mai soffocato
di un dire non voluto.

Smeralda Fagnani

opera d’arte di Arnold Alaniz


Di tutto un po' #152


Nella solitudine di questi giorni d'inverno

con gli alti fiori di aloe rossi
nel giardino, in casa non c’è nessuno
e io la abito.
Ci sono gli uccelli. E la luce del sud
nel giorno indeciso.
Viene la notte con gli occhi bendati
e cieca cade fuori dai muri
così fredda, così ampia.
Vivo nell’intimità della casa vuota,
e nelle stanze disabitate
posso sentire il suono attutito della vita,
toccare il tempo congelato,
gustare negli specchi un sapore dolce,
la noia di un'immagine senza gioventù.
E ci sono, però, il calore di una vita già indossata,
il segreto entusiasmo di essere stato.

Francisco Brines

opera d’arte di Ruslan Smorodinov




Di tutto un po' #151


Dipinti - Helen Cottle
Ray Charles - Piangere Tempo 1966
Oh, è tempo di piangere, stai gonna mi lasciare

Vedo che lontano guardare negli occhi
Posso dire dal modo in cui mi si tiene cara ', ooh
Che non passerà molto tempo prima che sia tempo di piangere
Ora dicono che l'assenza rende il cuore più affettuoso
(fonder)
E che le lacrime sono solo la pioggia a fare crescere l'amore
Beh, il mio amore per te non potrebbe mai crescere non più forte
(più forte)
Se ho vissuto di essere di cento anni
Oh, è tempo di piangere, stai gonna mi lasciare
Vedo che lontano guardare negli occhi
Posso dire dal modo in cui mi si tiene cara ', sì ora
Che non passerà molto tempo prima che sia tempo di piangere
Ora lei dice di aver trovato qualcuno che si ama meglio
(meglio)
Questo è il modo in cui è accaduto ogni volta prima
E sicuro come il sole arriva domani
('domani)
Tempo a piangere inizierà quando si cammina fuori dalla porta
Oh, è tempo di piangere, stai gonna mi lasciare
Vedo che lontano guardare negli occhi
Posso dire dal modo in cui mi si tiene cara ', va bene ora
Che non passerà molto tempo prima che sia tempo di piangere
(Che non passerà molto tempo prima che sia tempo a piangere)

A mano a mano



A mano a mano ti accorgi che il vento
Ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso

La vecchia stagione che sta per finire
Ti soffia sul cuore e ti ruba l'amore


A mano a mano si scioglie nel pianto
Quel dolce ricordo sbiadito dal tempo
Di quando vivevi con me in una stanza
Non c'erano soldi ma tanta speranza

E a mano a mano mi perdi e ti perdo
E quello che è stato ci sembra più assurdo
Di quando la notte eri sempre più vera
E non come adesso nei sabato sera....
Ma...dammi la mano e torna vicino
Può nascere un fiore nel nostro giardino
Che neanche l'inverno potrà mai gelare
Può crescere un fiore da questo mio amore per te

E a mano a mano vedrai che nel tempo
Lì sopra il tuo viso lo stesso sorriso
Che il vento crudele ci aveva rubato
Che torna fedele
L'amore è tornato da te....


Riccardo Cocciante

Ho bisogno di silenzio


Ho bisogno di silenzio

come te che leggi col pensiero
non ad alta voce
il suono della mia stessa voce
adesso sarebbe rumore
non parole ma solo rumore fastidioso
che mi distrae dal pensare.


Ho bisogno di silenzio
esco e per strada le solite persone
che conoscono la mia parlantina

disorientate dal mio rapido buongiorno
chissà, forse pensano che ho fretta.

Invece ho solo bisogno di silenzio
tanto ho parlato, troppo
è arrivato il tempo di tacere
di raccogliere i pensieri
allegri, tristi, dolci, amari,
ce ne sono tanti dentro ognuno di noi.

Gli amici veri, pochi, uno?
sanno ascoltare anche il silenzio,
sanno aspettare, capire.

Chi di parole da me ne ha avute tante
e non ne vuole più,
ha bisogno, come me, di silenzio.

Alda Merini



Di tutto un po' #150


I ricordi, rappresentano il nostro passato, 
sono pagine della nostra vita, 
scritte nella nostra mente e nel cuore, 
una piccola eternita'...



I ricordi custodiscono momenti di felicità, di tristezza... belli o brutti che siano, non si potranno mai cancellare dalla nostra mente e dal nostro cuore, sono la nostra storia, fanno parte del cammino della nostra vita, basta un profumo, una canzone o altro per ricordare e provocare nei nostri pensieri sensazioni ed emozioni indescrivibili.

I ricordi, che siano d’amore, d'amicizia, di incontri, sulla famiglia, sulla natura o altro, rappresentano il passato e le esperienze fatte, ci aiutano a superare i momenti tristi, a sentirci meno soli, e a volte, rappresentano la molla per andare avanti, per sorridere e far tesoro delle esperienze, ma anche, per voltare pagina, per ricominciare, per non commettere gli stessi errori, per incontrarsi, per sentirsi vivi, per continuare ad esistere...

Di tutto un po' #149


Per quanto male possa fare chi ami davvero devi lasciar andare.

Osserva da lontano gli ostacoli e i traguardi ma mai cerca di stargli davanti.
Delle ali un giorno gli hai donato.
Ora lascia che con quelle ali voli verso i suoi sogni.
Questo è vero amore.


Un bimbo mi chiede:


"Ma il cuore sta sempre nello stesso posto, oppure, ogni tanto, si sposta? Va a destra e a sinistra?".


Io: "No, il cuore resta sempre nello stesso posto. A sinistra".

E, intanto, penso...

"Poi, un giorno, crescerai. E allora capirai che il cuore vive in mille posti diversi, senza abitare, davvero, nessun luogo.Ti sale in gola, quando sei emozionato. O precipita nello stomaco, quando hai paura o sei ferito.Ci sono volte in cui accelera i suoi battiti e sembra volerti uscire dal petto. Altre volte, invece, fa cambio col cervello.Crescendo, imparerai a prendere il tuo cuore per posarlo in altre mani. E, il più delle volte, ti tornerà indietro un pò ammaccato. Ma tu non preoccupartene. Sarà bello uguale. O, forse, sarà più bello ancora. Questo, però, lo capirai solo dopo molto, molto tempo..."


Dal web

Pizza Margherita



Prende il nome dalla prima regina d’Italia, Margherita di Savoia, cui l’avrebbe dedicata il pizzaiolo napoletano Peppino Brandi; il riferimento patriottico è reso evidente dalla scelta degli ingredienti: il bianco della mozzarella, il rosso del pomodoro ed il verde della fogliolina di basilico.

Di tutto un po' #148



Ascolta.... Con un fruscio secco e lieve, simile a scalpiccio di fantasmi che passano, le foglie accartocciate dal gelo si staccano dagli alberi e cadono.
(Adelaide Crapsey, Notte di novembre, da The New Poetry: An Anthology, di Harriet Monroe & Alice Corbin Henderson, 1917, p. 60)

Di tutto in po' #147


Il problema più grande è la perdita del valore simbolico dei cibi. Sono diventati COMMODITIES, beni di consumo senza anima...


Ho bisogno di conoscere la storia di un alimento. Devo sapere da dove viene. Devo immaginarmi le mani che hanno coltivato, lavorato e cotto ciò che mangio.


C. Petrini


Di tutto un po' #146


C’è solo una finestra chiusa e tutto il mondo fuori; 
e un sogno di ciò che potrebbe essere visto se la finestra si aprisse.


F. Pessoa


Di tutto un po' #145


La vita è bella, perché ogni giorno ricomincia. E ciascuno ha i suoi colori, la sua musica, i suoi profumi. Le sue opportunità. Ogni giorno ricomincia e ci offre la possibilità di iniziare ad essere noi stessi.

Il pan dei morti


Il pan dei morti è un'antica ricetta, originaria del milanese e diffusa in varie zone dell’Italia del Nord, tipica del periodo della ricorrenza dei defunti. Il pan dei morti, infatti, veniva preparato e mangiato per rendere omaggio alle persone care scomparse.

In realtà questo rito dell'offerta era già presente in tempi molto antichi: i Greci, ad esempio, offrivano un pane dei morti a Demetra, la Dea delle messi, per assicurarsi un buon raccolto. Ancora oggi, in molte zone d'Italia è una cosa comune mettere a tavola e servire, anche per le persone defunte, il pan dei morti. 

In Toscana, le ricorrenze dei morti e dei santi sono molto sentite: per questo motivo la produzione di questo dolce è molto intensa e di grande tradizione, tanto che si può affermare che il pan dei morti sia diventato anche un dolce tipico toscano. 

In ogni caso, al giorno d'oggi, forse per il suo nome un po’ lugubre, è uno dei dolci legati alla festa di Halloween, la notte delle streghe. 

Quindi, che vogliate prepararlo per la vostra festa di Halloween o per celebrare i defunti, eccovi la ricetta del pan dei morti.

Fave dei morti
Ingredienti per circa 16 pezzi:

Uova 6 albumi
Cannella in polvere 1 cucchiaino
Noce moscata una spolverata
Fichi secchi 120 gr
Vino santo (o altro vino liquoroso) 100 ml
Biscotti secchi 100 g
Amaretti 100 g
Farina tipo 00, 250 gr
Mandorle (o pinoli o nocciole) 120 gr
Zucchero 300 g
Cacao in polvere 50 g
Uvetta 120 g
Lievito chimico in polvere 10 g
Savoiardi 300 g