Lenticchia è il diminutivo dialettale, ormai entrato nell’uso, di lente. È il seme di una pianta erbacea rampicante contenuto in un baccello schiacciato e piccolo (un baccello contiene appena 3 o 4 semi). La lenticchia è piccola, discoidale, di colore che varia tra verde-grigio, giallastro, nero, rossastro e bruno. Dopo la raccolta vengono essiccate e messe in commercio. Le varietà prendono il nome dai luoghi di origine. Le “lenticchie di Castelluccio di Norcia” (Perugia), riconoscibili, perché i semi sono molto piccoli e variegati nel colore, hanno ottenuto l’IGP nel 1996. Le lenticchie sono molto importanti nell’alimentazione: hanno un buon valore nutritivo, sono ricche di proteine, fosforo, ferro e vitamina B.
CONSIGLI
Le lenticchie si trovano in commercio secche sia sfuse che confezionate in sacchetti: è sempre bene controllarle, perché a volte potremmo trovarci dei piccoli sassolini.
Non è necessario l’ammollo preventivo per questo legume; vanno messe a cuocere in acqua fredda per meno di due ore, fatta eccezione per quelle rosse di tipo egiziano che, essendo decorticate (senza buccia), richiedono tempi più brevi.
Per la cottura non usate pentole in alluminio, perché annerirebbero; meglio l’acciaio inox.
Per non fare perdere loro il colore chiaro, aggiungete pezzetti di patata durante la cottura.
CURIOSITÀ
Ricerche archeologiche hanno evidenziato che probabilmente la lenticchia è il legume più antico; risalirebbe addirittura al 7000 a.C. Originaria dell’Asia sud-orientale, si diffuse ben presto in tutta l’area del Mediterraneo, divenendo un alimento fondamentale per la plebe greca e romana. Sembra addirittura che la famiglia romana dei Lentuli abbia preso il nome proprio dalla lenticchia. Nel 1800, la lente ottica fu così chiamata proprio per la sua forma, del tutto simile a questo legume.
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