1. Lenticchie. Perché portano fortuna. Con la loro forma tonda e appiattita ricordano le monete e perciò sulla tavola di Capodanno non possono mancare come auspicio di fortuna e ricchezza nell’anno che sta per iniziare. Ogni chicco di lenticchia corrisponde a una moneta, quindi più se ne mangiano più soldi arriveranno. Perché fanno bene: sono ottima fonte di energia e proteine vegetali ed apportano fosforo, ferro, vitamine del gruppo B e il contenuto in fibra alimentare.
Con questo blog, io vi voglio far conoscere la cultura e la lingua italiana nel mondo, giacché l'Italia è una grande potenza culturale, troppo spesso inconsapevolmente...
domenica 31 dicembre 2017
Valle D’Aosta... La leggenda del Ru Mort.
Ogni Ruscello, durante i periodi di piena, è sorvegliato da una Guardia. Un giorno la Guardia del Ru Mort andò a fare il solito giro di controllo del ruscello. Quel giorno però, il guardiano si sentiva seguito da una presenza misteriosa; con la coda dell'occhio, notò qualcosa muoversi nell'erba e scoprì che si trattava di una vipera nera.
Prontuario per il brindisi di Capodanno.
Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
Gastrosofia arte culinaria per Gualtiero Marchesi.
Quelle che riportiamo sono delle idee sull’arte culinaria riprese da alcune considerazioni di Gualtiero Marchesi.
CUCINA di GOLA e CUCINA di TESTA
Il “maestro” ha provato a teorizzare due grandi "maniere" di cucina in opposizione tra loro:
-una, che con preparazioni golose e immediate indirizza i propri messaggi alla sfera affettiva ed emozionale del degustatore: la Cucina di Gola;
-l'altra, che realizzando piatti culturalmente più mediati, ne chiede un coinvolgimento "ragionato": la Cucina di Testa.
Questa sera baciatevi sotto il vischio, porta fortuna dicono ... !
La leggenda del vischio è antica e romantica, e risale alla mitologia dei Celti: ecco perché questa pianta magica è diventata simbolo di fortuna e ... dibaci!
Sapete perché baciarsi sotto un ramoscello di vischio porta fortuna? Per via di una storia d’amore molto, molto antica ... eccola!
Il Volo dell’Aquila
Il Volo dell’Aquila è una leggenda popolare indiana, che parla del rinnovamento, del cambiamento e dello spirito di adattamento, qualità indispensabili per affrontare nel migliore dei modi la vita quotidiana con le sue mille vicissitudini e con gli ostacoli che a volte ci si presentano dinnanzi.
Si racconta che l’aquila viva fino a 70 anni, ma perché ciò accada, intorno ai 40 anni, deve prendere una decisione seria e difficile.
A questa età i suoi artigli sono lunghi e flessibili, e non riescono più ad afferrare le prede di cui si nutre. Il suo becco, allungato ed appuntito, si incurva. Le ali, invecchiate ed appesantite dalle penne assai ingrossate, puntano contro il petto. Volare è ormai difficile.
Il cane, il gallo e la volpe
"La persona saggia, quando trova un nemico più forte di lui, lo guida verso un altro ancora più forte"...è la morale di questa bella favola di Esopo
Un cane e un gallo avevano stretto un patto di amicizia. Insieme lasciarono la fattoria dove vivevano e si incamminarono nel bosco. I due amici vagarono per tutta la giornata. Quando fu sera, il gallo cercò un rifugio per la notte.
Il filo di Arianna
Un bellissimo mito greco: la storia d'amore tra Arianna e Teseo...
Tanto, tanto tempo fa viveva in Grecia un coraggioso e giovane principe di nome Teseo. Era figlio del Re Egeo che governava la città di Atene.
Un giorno, mentre Teseo si trovava al porto, vide un gruppo di persone in lacrime.
Il leone e i tre buoi
L'unione fa la forza"... è la morale di questa bella favola di Esopo...
C’erano una volta tre buoi che insieme pascolavano in un bosco.
Un giorno che il leone si aggirava da quelle parti, li vide e cercò di aggredirli. Ma ogni volta che li avvicinava, quelli univano le loro forze e insieme riuscivano a respingere i suoi attacchi.
La volpe e il taglialegna
"Certi uomini con parole proclamano nobili propositi, ma poi, nei fatti, non si comportano bene"... è la morale di questa antica favola di Esopo...
C’era una volta una volpe che veniva inseguita dai cacciatori. Mentre correva incontrò un taglialegna a cui chiese di mostrarle un nascondiglio che le salvasse la vita. Il boscaiolo le mostrò la sua capanna e in men che non si dica, la volpe entrò nella baracca e chiuse subito la porta alle sue spalle.
sabato 30 dicembre 2017
RISOTTO ALLO CHAMPAGNE
Il risotto allo champagne è un classico primo piatto preparabile anche in versione più 'nostrana' con lo spumante. Il risotto allo Champagne è semplice, molto raffinato e leggero. Lo Champagne vi regalerà un risotto molto corposo, avvolgente e afrodisiaco. Ecco come prepararlo seguendo i semplici passaggi.
LA LISTA DEI BUONI PROPOSITI
Sono davvero poche le ore che ci separano dalla festa dell’arrivo del Nuovo Anno. Sicuramente, secondo ogni buona abitudine, ciascuno di noi, in questi ultimi giorni del 2017, è stato sollecitato a riflettere su quanto ha realizzato in questo anno, sulle buone e cattive azioni, sulle mancanze e sui gesti generosi…
Storia aceto balsamico.
Fra gli elementi unificanti della cucina Italiana dall’antichità romana in poi, hanno dominato l’aceto e il vino cotto. Da quest’ultimo è nato un ingrediente che non ha riscontro in nessun’altra cultura alimentare: l’aceto balsamico. Questa straordinaria eredità degli antichi Romani si depositò in un ristretto territorio dell’Emilia.
La leggenda della fonte di Aretusa.
Aretusa era una delle ninfe che vivevano nell'Acaia (Grecia). Aretusa era considerata una ninfa bella, sebbene non fosse né superba né vanitosa; quando riceveva dei complimenti arrossiva e si faceva una colpa delle sue doti fisiche, che attiravano tanti giovani.
venerdì 29 dicembre 2017
"Tutti" da Umberto Fiori
Strettoie
In tanti vanno, lungo il marciapiede,
continuamente. S’incrociano e si scansano,
rallentano e poi avanti. Filano, scorrono
svelti e tranquilli, finché
di qua c’è un mucchio di assi, di là
un rimorchio di camion.
Soltanto uno ci passa.
L'ALBERO DEGLI AMICI
Esistono persone nelle nostre vite che ci rendono felici per il semplice caso di avere incrociato il nostro cammino.
Alcuni percorrono il cammino al nostro fianco, vedendo molte lune passare, gli altri li vediamo appena tra un passo e l’altro.
Tutti li chiamiamo amici e ce ne sono di molti tipi. Talvolta ciascuna foglia di un albero rappresenta uno dei nostri amici.
PER UN 2018 DI PACE E FELICITA' PER TUTTI
"Fra il calore di un sogno e il freddo di un’illusione
tra fantasia e realtà, tra gioie e dolori
si dissolve un anno e si compone un altro.
I gatti di Stefano Benni.
Le macchine
le macchine
sono troppo veloci
per i gatti
i gatti
che vogliono attraversar
per cercare
un amore
un amore
che dall’altra parte della strada sta
(si sa, bisogna rischiar)
LA STORIA DI “STILLE NACHT”
La celebre canzone di Natale “Stille Nacht” (notte silenziosa), in italiano “Astro del ciel”, è nata quasi per caso in un piccolo paese di montagna, vicino a Salisburgo. Si racconta che il parroco di Oberndorf, l’antivigilia della notte santa del 1818, avesse da poco intonato il salmo prescritto dalla liturgia, quando l’organo si guastò. In quei giorni, la neve era caduta abbondante e gli spostamenti erano impossibili. Era quindi necessario provvedere alla meglio se non si voleva compromettere la funzione più attesa dell’anno. Fu allora che il parroco, Joseph Mohr, mandò a chiamare il maestro elementare del paese, l’unico che conosceva la musica e possedeva la chitarra: il maestro avrebbe dovuto trovare un motivo facile da cantare, al posto della melodia che solitamente veniva intonata dall’organo.
lunedì 25 dicembre 2017
La Frutta Martorana
Un po’ di storia:
In italiano è chiamata marzapane e la ricetta risalente al XIII – XIV secolo, in realtà è di origine araba.
Il “marzaban” era una scatola di legno leggero dotata di un coperchio che veniva utilizzata per diversi usi, come conservare la corrispondenza o documenti importanti (da qui il detto “aprire i marzapani” cioè svelare i segreti) o più frequentemente veniva usata per spedire dolci preparati con farina, pasta di mandorle ed altri ingredienti, che poiché avevano la forma rettangolare dei pani, ne ereditarono anche il nome, appunto marzapane.
ZELTEN, DOLCE DI NATALE DEL TRENTINO ALTO ADIGE.
Il dolce del Trentino caratterizzato da frutta secca, canditi, uvetta: buono e genuino.
Le case si riempiono i profumi inebrianti di cannella, di fichi secchi, il periodo dell'Avvento è il momento di dolci leccornie.
Il Natale: le tradizioni più belle da Nord a Sud
«“Questo natale si è presentato come comanda Iddio. Co’ tutti i sentimenti si è presentato” – Eduardo De Filippo, Natale in casa Cupiello. Scopriamo insieme, da Nord a Sud, le tradizioni più belle legate al Natale.»
Gli auguri di Pasolini.- Natale, Pier Paolo Pasolini
«Tanti auguri ai fabbricanti di regali pagani! Tantiauguri ai carismatici industriali che producono strenne tutte uguali!
"Leggenda di Natale" di Fabrizio de André
Parlavi alla luna giocavi coi fiori
avevi l'età che non porta dolori
e il vento era un mago, la rugiada una dea,
nel bosco incantato di ogni tua idea
nel bosco incantato di ogni tua idea
domenica 24 dicembre 2017
Perché si festeggia la Vigilia di Natale 🎄
La veglia notturna della vigilia rappresenta l’attesa della nascita di Dio che si fa uomo: durante la serata si danno gli ultimi ritocchi al presepe, ci si prepara e raccoglie per la messa di mezzanotte e, soprattutto in era moderna, ci si cambia un regalo per festeggiare.
L’usanza di festeggiare la sera della vigilia è propria soprattutto dei paesi del Nord Europa, quelli scandinavi e del Nord America. Fino a qualche anno fa anche in Italia le tradizioni erano scrupolosamente seguite e nel centro e nel sud Italia era d’obbligo il cenone del 24 mentre al Nardo il pranzo di Natale. Ora ogni famiglia ha le proprie consuetudini.
È Natale
È Natale
Ogni volta che sai rialzarti
E dimenticare ferite e cadute
Ogni volta che sai sorridere
Delle tue fragilità
Con ritrovata voglia di sperare
Ogni volta che avverti
La gioia di stare bene
Con te stessa senza sentirti sola
Ogni volta che ogni dolore passato
Diventa ricordo sbiadito
Che non fa più male
Ogni volta che riesci
A dimenticare la rabbia
E a sentire dentro di te
Solo serenità
Lod
sabato 23 dicembre 2017
NATALE DI UNA VOLTA!
Il Natale di una volta, sapeva di antico, la casa profumava di legna bruciata nel caminetto e di buccia d’arancia messa sul fuoco. La mamma preparava dei buoni dolcetti natalizi nella stufa, che riscaldava la casa piccina.
Il "Vittoriale degli italiani"
Il Vittoriale degli Italiani è la cittadella monumentale costruita a Gardone Riviera (Bs) sulle rive del lago di Garda dal poeta Gabriele d'Annunzio assieme all'architetto Giancarlo Maroni.
Si tratta di un complesso di edifici, vie, piazze, teatri, giardini, e corsi d'acqua. Venne eretto a memoria della sua "vita inimitabile" e delle imprese degli Italiani durante la prima guerra mondiale.
Il Magico Natale.
S’io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l’alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all’Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po’ di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Storia tradizioni del convivio di Natale.
Per quanto sia quasi impossibile risalire con certezza al giorno della nascita storica del Bimbo Divino, dal IV secolo d.C. una tradizione lo mette in calendario nel 25 Dicembre. Come per altre feste religiose, esiste una serie di tradizioni legate alla Natività che hanno forti legami con il passato pagano. Cominciamo con la scelta della sua data ricollegabile al solstizio d'inverno, periodo nel quale il sole è più lontano dalla terra e dunque alla vigilia di un "nuovo sole", evento che nelle culture precristiane veniva celebrato con grande enfasi.
Urbino
Urbino (Urbìn in dialetto gallo-piceno, Urvinum Mataurense in latino) è un comune italiano di 14 786 abitanti, capoluogo con Pesaro della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche.
Fu uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano, di cui conserva appieno l'eredità architettonica. Dal 1998 il suo centro storico è patrimonio dell'umanità UNESCO.
Il territorio si estende in area collinare, sulle ultime propaggini dell'Appennino settentrionale, Appennino tosco-romagnolo, nella zona meridionale del Montefeltro, in un'area classificata a rischio sismico medio-alto. Nel database dei terremoti elaborato dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sono segnalati ben 65 eventi sismici che hanno interessato il comune di Urbino tra il 26 marzo 1511 e il 26 marzo 1998. Tra essi, le scosse più forti sono state quella dell'VIII grado della Scala Mercalli del 24 aprile 1741 che ebbe l'epicentro nel Fabrianese (dove raggiunse i 6.08 della Scala Richter e il IX grado della Mercalli), quella del VII grado della Scala Mercalli del 23 giugno 1781 che ebbe l'epicentro nel Cagliese (dove raggiunse i 6.23 della Scala Richter ed il IX-X grado della Mercalli), quella del VII grado della Scala Mercalli del 21 settembre 1897 che ebbe l'epicentro in mare nell'Adriatico centrale e quella del VI-VII grado della Scala Mercalli del 12 marzo 1873 che ebbe l'epicentro nelle Marche meridionali (dove raggiunse i 5,88 della Scala Richter e l'VIII grado della Mercalli); sono state inoltre registrate nello stesso periodo analizzato ben nove diverse scosse telluriche che ad Urbino hanno raggiunto il VI grado della Scala Mercalli.
Storia degli afrodisiaci.
Il termine afrodisiaco deriva dal nome della dea greca Afrodite, identificata dai romani come Venere, che nella mitologia era protettrice d’amore, bellezza, sessualità e lussuria.
Tra le tradizioni che descrivono la sua nascita citiamo le due principali:
-una attestata nell’Iliade di Omero, che la vorrebbe figlia di Zeus e di Dione;
-l’altra tramandata da Esiodo, che la indicherebbe nata dalla schiuma (gr. aphrós) formatasi dai testicoli di Urano recisi dal figlio minore Crono, istigato dalla madre Gaia stanca di dover generare una numerosissima prole.
♥Corciano♥
Il borgo medievale di Corciano, classificato come uno dei "Borghi più belli d'Italia" e riconosciuto come "Meta Europea d'Eccellenza" per il turismo rurale, offre uno scenario naturale a questo evento.
Di tutto un po' #548
Ho sempre pensato al Natale come ad un bel momento. Un momento gentile, caritatevole, piacevole e dedicato al perdono. L'unico momento che conosco, nel lungo anno, in cui gli uomini e le donne sembrano aprire consensualmente e liberamente i loro cuori, solitamente chiusi.
Charles Dickens.
Di tutto un po' #547
Anche quest'anno arriva puntualmente il Natale e tutti festeggiano.
Per alcuni giorni ancora le strade saranno piene di gente a comprare gli ultimi regali. Negozi talmente pieni da non riuscire quasi ad entrare. Tutti felici, gentili, altruisti.
La leggenda dell'abete
Da parecchie settimane gli uccellini erano partiti. Era rimasto solamente un crociere, perché aveva un'ala spezzata e non poteva volare.
Quando guarì e uscì dal nido, si accorse che ormai faceva freddo.
Allora cercò riparo tra i rami della betulla.
Ma la betulla lo scacciò.
Il piccolo crociere volò via e domandò riparo al salice.
Anch'esso lo scacciò.
Scoraggiato, l'uccellino si rivolse a un abete:
Proteggimi tu! - supplicò.
NAPOLI ... Chi erano "Gli Spogliamuorti"?
Furono una sorta di Commercianti dell’usato, che utilizzava dopo una prima cernita gli indumenti, che ricavavano dopo aver spogliato i cadaveri di coloro, che morivano senza parenti, per lo più poveri ed indigenti negli ospedali, ubicati generalmente nei pressi della famosa porta San Gennaro a Napoli.
Porta San Gennaro era la cosiddetta porta, che gli abitanti della città attraversavano almeno una volta nella vita, poiché era quella, che conduceva alla sepoltura.
Quest’antico mestiere (lo spogliamorti), tramandato da padre e figlio era gestito dalla comunità ebraica di via anticaglia, nel vicolo oggi detto del Limoncello, mentre anticamente era noto come il vico del Giudei o anche degli Spogliamorti, perché lungo le sue pareti strette erano appese e vendute le vesti di coloro che morivano negli ospedali li attorno.
lunedì 18 dicembre 2017
Il pungitopo
Il pungitopo (Ruscus aculeatus L.) è un basso arbusto sempreverde con tipiche bacche rosse impiegate come ornamento natalizio, appartenente alla famiglia delle Asparagaceae.
Il pungitopo, nome volgare di Ruscus aculeatus, è una pianta cespugliosa sempreverde alta dai 30 agli 80 cm, provvisto di cladodi, fusti trasformati che hanno assunto la funzione delle foglie, divenendo ovali, appiattiti e rigidi, con estremità pungenti. Poco sopra la base dei cladodi, in primavera, si schiudono i minuscoli fiori verdastri, e quindi i frutti, che maturano in inverno, e che sono vistose bacche scarlatte grosse come ciliegie.
Cos’è il solstizio d’inverno?
Il termine solstizio, derivante dal latino “sol” (sole) e “sistere” (fermarsi). Significa, quindi, “sole stazionario”, e in astronomia, il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, il punto di declinazione massima o minima, rispettivamente nel mese di giugno (20/21 giugno) e dicembre (21/22 dicembre). Il solstizio ritarda ogni anno circa 6 ore rispetto all’anno precedente, più precisamente di 5 ore 48 minuti e 46 secondi, e si riallinea forzosamente ogni 4 anni, in corrispondenza dell’anno bisestile, introdotto per evitare la progressiva divergenza delle stagioni con il calendario.
Il 18 dicembre 1899 nacque il pittore naif Antonio Ligabue.
Dire che ebbe una infanzia difficile è dire poco. La mamma friulana Elisabetta Costa (ragazza madre), lo ebbe in Svizzera, e subito lo diede in affidamento (sia pure non legalmente) ad una famiglia del luogo. Poi la mamma si risposò con Bonfiglio Laccabue che successivamente gli diede il nome, ma nel frattempo il piccolo Antonio entrava ed usciva dai collegi ove era spesso espulso per la cattiva condotta. Nel 1913 la mamma Elisabetta morì (con tre dei suoi figli, a causa di intossicazione alimentare), e Antonio, crescendo e non modificando il suo modo di essere, dopo aver avuto l'esperienza del manicomio, fu addirittura espulso dalla Svizzera. Fu esiliato a Gualtieri ove continuò la vita alla giornata, da randagio, facendo mille lavori, ma sempre coltivando la sua innata passione per il disegno e per gli animali.
I VIOLINI di STRADIVARI.
L’Italia, con la grande tradizione musicale, è la patria del violino, e Cremona ha il primato nella tradizione liutaia. Cremonese è il celeberrimo Antonio Stradivari e cremonesi sono il maestro Nicola Amati e il grande Giuseppe Guarnieri del Gesù. Nella cittadina lombarda è tuttora presente il Consorzio Liutai "A. Stradivari", sorto nel 1996 con l’obiettivo di promuovere e valorizzare la liuteria contemporanea cremonese, che opera nel rispetto della tradizione artigianale.
Così nasce «La Favola di Natale»
Questa favola è nata in un campo di concentramento del Nord-Ovest germanico, nel dicembre del 1944, e le Muse che l'ispirarono si chiamavano Freddo, Fame e Nostalgia.
Questa favola io la scrissi rannicchiato nella cuccetta inferiore di un «castello» biposto, e sopra la mia testa c'era la fabbrica della melodia. lo mandavo su da Coppola versi di canzoni nudi e infreddoliti, e Coppola me li rimandava giù rivestiti di musica soffice e calda come lana d'Angora.
GARDA (VR) - PUNTA SAN VIGILIO -
Leggenda pagana.
La baia sulla, quale si trova Garda, culmina a nord in Punta San Vigilio, una punta di roccia che si tuffa nelle acque del lago e riemerge sottoforma di ciò che venne chiamato “Lo scoglio della Stella” mentre la punta delimita “la Baia delle Sirene”.
Io non sono
Io non sono Cristiano, né Ebreo, né Mago, né Musulmano.
Io non sono dell'Occidente né dell'Oriente, né della terra né del mare.
Non sono stato formato dalla natura né dalle sfere celesti;
Né dalla terra, dall'acqua, dall'aria e dal fuoco.
Da dove deriva il nome "ITALIA"?
«Italia è un nome di tradizione classica, in origine con riferimento all’estremità meridionale della Calabria; si estende poi alla penisola con l’avanzarsi della conquista romana. La sanzione ufficiale del nome si ha con Ottaviano nel 42 a.C., mentre l’unione amministrativa con le isole si ha con Diocleziano (diocesi italiciana). Nei secoli il nome rimane di tradizione dotta (l’evoluzione popolare del latino Italia sarebbe stato Itaglia, Idaglia, a seconda delle zone). L’origine del nome è discussa e incerta. Alcuni suppongono che derivi da una forma di origine osca e corrisponda a Viteliu accostato all’umbro vitluf ‘vitello’, latino vitulus. Per altri avrebbe il senso di “terra degli Itali”, popolo che avrebbe come totem il vitello (italos), perciò la denominazione si fonderebbe sull’uso antichissimo di divinizzare l’animale totem della tribù; oppure “il paese della tribù degli Itali”, nome totemistico da *witaloi ’figli del toro’. Non mancano le interpretazioni leggendarie, come quella del principe Italo, l’eroe eponimo che avrebbe dominato il Sud della penisola.
Di tutto un po' #546
Perchè anche se sono adulta a volte faccio
sogni da bambina,
perchè, come i bambini, mi incanto ancora
davanti alle luci degli alberi di Natale,
perchè, come quando ero piccola,
metto i pacchetti dei doni sotto il mio albero
e mi piace aprirli, con mio marito e i miei ragazzi,
la mattina di Natale,
perchè come sapete ho nel cuore il mio
"Pianeta degli alberi di Natale"
e ogni anno a Natale mi piace riaccenderne la magia...
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