domenica 16 ottobre 2016

IL TAGETE


Il tagete, detto anche garofano indiano, è originario dell’America Centrale e dell’America del Sud. In Italia, è tra le piante più diffuse, grazie alla sua facilità di coltivazione. Viene piantato nei giardini per creare aiuole, bordure, macchie di colore, oppure in vaso per abbellire balconi e terrazzi soleggiati; viene coltivato anche come pianta d’appartamento. Il tagete ha un’altezza che varia dai 25 agli 80 cm, ma ci sono varietà che possono raggiungere anche i 3 metri. Il fusto è cespuglioso e ramificato; le foglie sono pennate, lucide e di colore verde scuro; i fiori sono dei capolini semplici, simili alle margherite, o doppi, simili ai garofani. È di colore giallo, arancio o rosso. La sua fioritura si protrae tra maggio e settembre. Il mito narra che nei pressi dell’antica Tarquinia, durante il lavoro nei campi, un contadino voltò una zolla e ne emerse un fanciullo dalla saggezza soprannaturale, di nome Tagete. Questi rimase tra gli uomini giusto il tempo di insegnare loro l’arte della divinazione, attraverso l’interpretazione dei fulmini e delle interiora degli animali. E da costui, sorto dalle profondità della terra, prese il nome la pianta. In Messico, il tagete viene usato per le celebrazioni del “Dia de Los Muertos”. Secondo la tradizione, il 1° e il 2 novembre, gli spiriti dei defunti vengono a trovare i loro cari e le famiglie addobbano le tombe, preparando spettacolari altari fioriti e decorati. Con questo fiore si produce una popolare bevanda. Il tagete è molto usato nei matrimoni in India, in Nepal e in Tailandia. In Ucraina è il fiore simbolo della nazione.

Nel linguaggio dei fiori, il tagete è il simbolo della divinazione, dell’affetto sacro.

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