domenica 16 ottobre 2016

LA VITE



Parlare della vite non è cosa semplice, perché ci troviamo davanti a un argomento di vaste proporzioni. Si tratta di una pianta che non manca in nessun vecchio orto, curato come albero da frutto. Coltivare nell’orticello casalingo qualche pianta di vite è cosa gradita che dà gioia, così come ne dette al patriarca Noè, il quale, secondo la Bibbia, fu il primo a piantare la vite. Sembra che la vite sia comparsa nell’Era Terziaria, mentre la sua diffusione nel mondo è legata a motivi religiosi. Infatti, presso gli antichi Greci e Romani, le divinità Dionisio e Bacco erano protettori dei dolci grappoli e del non meno gustoso succo. In Egitto vi era invece la dea Hathor. I Romani ebbero un culto sacro per la vite (“sacra vitis”) e presero la consuetudine di Nabucodonosor di Babilonia di versare fiumi di vino durante i sacrifici religiosi. Così se si doveva purificare un campo da coltivare per la prima volta, l’agricoltore romano vi versava molto vino. È stato il cristianesimo a contribuire alla diffusione della vite in tutto il mondo, in quanto il vino è elemento essenziale nella celebrazione del sacrificio della S. Messa. La vite si espandeva di pari passo col progredire della evangelizzazione. I monasteri ebbero un’importanza determinante in questa opera; la regola di san Benedetto prevede che si debba bere il vino e furono i benedettini a svolgere l’opera di diffusione in tutta l’Europa. Tuttora esistono vigneti lussureggianti annessi a famose abbazie. Oggi la vite e il vino sono diventati un fatto culturale e di costume.


Le qualità di uva ottenute dalla coltivazione sono numerose, tutte con proprie caratteristiche distinte per sapore, colore, produzione, resistenza e precocità. Viti da vino e viti da tavola, viti nere e viti bianche, viti europee e viti americane, viti spontanee e ibride. Alla cura per la vite si aggiunse presto la cura e l’arte per una giusta vinificazione, perché ci si accorse presto che il gusto del vino dipende dalla varietà della vite, dal terreno dove cresce, dal sole che prende, dalla maturazione che riesce a raggiungere, dalla fermentazione del succo ottenuto, dai vasi in cui vive, dai sapori estranei che possono entrarvi, dal contenuto zuccherino e quindi alcolico ecc… La vite ha fusto esile, molto ramificato, rampicante, foglie palmate, infiorescenze a grappolo, frutto a bacche raccolte a grappolo. Mentre però la vite europea è quella spontanea di antica origine, diffusa nelle nostre zone almeno dal tempo di Noè, la vite americana è stata importata alla fine dell’800 dal Nord America. Per la scelta delle varietà è di grande importanza la situazione climatica: in genere la vite esige temperature variabili tra i 16 e i 20 °C per la fioritura, i 18 e i 23 °C per la maturazione e può essere seriamente danneggiata sia dal freddo eccessivo che può farla morire, sia da eccessi di pioggia durante la fioritura che possono comprometterne la produzione. Ecco perché ogni regione vanta le sue varietà, perché ogni varietà esige la propria regione: non potresti coltivare, se non con molte difficoltà, marsala nel Trentino o merlot in Sicilia. Ma questo lo sa ogni agricoltore e ogni coltivatore.
Il terreno migliore per la vite è quello collinare, ben drenato, perché la vite rifugge da eccessiva umidità e da acqua che ristagni; profondo, fresco, né troppo acido né troppo alcalino, ma sufficientemente calcareo e va ben lavorato. Un buon vino è dato da una bella uva, per questo è della massima importanza coglierla al momento giusto: non prima, perché il vino risulterebbe acido, non dopo, perché si perderebbe una certa quantità di prodotto. L’uva deve essere raccolta e vinificata quando è sufficientemente dolce, perché è la parte zuccherina che si trasforma in alcol e, si sa, il contenuto alcolico è la base di un vino generoso.


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