mercoledì 19 ottobre 2016

LA PRUGNOLA

È un arbusto spontaneo e spinoso, contorto, fitto, di colore scuro, i cui rami possono restare bassi, oppure sollevarsi e formare fitte siepi. Cresce spontanea e si adatta a tanti tipi di terreni: umidi o aridi, ombrosi o soleggiati, incolti e sassosi. La si trova lungo strade e scarpate di collina, accanto a siepi e boschi. I fiori sono bianchi e a primavera ricoprono intere siepi. In autunno, una volta cadute le foglioline, la pianta offre i suoi frutti, non ancora del tutto maturi fino alle prime gelate invernali. I suoi frutti sono drupe piccole, sferiche, bluastre. Al centro vi è un nocciolo grosso e sproporzionato rispetto alla poca polpa. La perfetta maturità della prugnola è determinata dalla equilibrata morbidezza del frutto, che si verifica facendo pressione con le dita. A questo punto il gusto è maggiormente gradevole. È questo il momento magico della polpa della prugnola. Una polpa ricca di sostanze salutari e tonificanti, digestive e astringenti, di acidi organici, tannini e zuccheri. Il frutto si usa appena raccolto, altrimenti va conservato nei sacchetti. Nella tradizione romagnola la prugnola veniva usata soprattutto per aromatizzare le robuste e grezze grappe casalinghe, distillate con alambicchi arrangiati, con cui ci si scaldava d'inverno. Oppure se ne faceva un liquore, di gusto appena amaro, digestivo, ottenuto dalla macerazione alcolica delle prugnole ben mature e schiacciate, arricchito con zucchero sciolto e cannella. Un liquore i cui profumi esplodevano con il caffè bollente, oppure con acqua calda e miele, mentre d'estate con l’acqua fresca del pozzo. Altre preparazioni sono lo sciroppo buono come bibita dissetante unito alla granita di ghiaccio, o su dolci e gelati. Cucinando i frutti nel vino bianco con zucchero e un pizzico di sale marino (che stranamente ne esalta la dolcezza) si ottiene un composto, lo si lascia raffreddare, e dopo aver pazientemente eliminato i noccioli, lo si passa. Viene, poi, insaporito con limone di giardino grattugiato e spezie; viene ancora raddensato sul fuoco, setacciato e invasato. Questa confettura è da abbinare a carni bollite e a formaggi freschi, come lo squacquerone e il raveggiolo.

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