Arriva vostro figlio con un 4 in matematica: cosa fate? Iniziate a insultarlo, vi strappate le vesti, iniziate a inveire contro i professori? Dipende, dite voi ed è vero: se non ha studiato ed è rimasto a giocare a calcetto oppure a girare con le amiche per tutto il pomeriggio tutti i pomeriggi della sua vita, potreste se non altro sottolineare che quel voto è la logica conseguenza del suo studio… , ma se comunque lo vedete avvilito, umiliato, colpito da questo che in fondo è uno dei piccoli dispiaceri della vita (altri e ben più forti, ne seguiranno… ) beh… non dico che c’è da organizzare una festicciola e stappare lo spumante, ma non dimentichiamoci che chi ci sta a cuore, a parte il voto, è nostro figlio. Possiamo riconoscere il suo errore, i suoi limiti, la sua svogliatezza, ma non neghiamogli una spalla su cui piangere. Un po’ di conforto. Sei un asino, ma si può migliorare, si può studiare meglio, di più… Parliamo di un brutto voto (magari anche preso per negligenza), ma possiamo parlare anche di temi molto più gravi, pesanti, importanti: siamo solo noi genitori a poter dire “ci sono” anche quando quella persona che assomiglia a nostro figlio si comporta da marziano. Da noi, prima di tutti o forse soltanto, deve trovare conforto, approdo, riposo e la forza per ritornare in piedi, per riprovare.
CULTURA
Purtroppo non fa rima con scuola, per cui se pensate di avere fatto abbastanza per l’educazione culturale dei vostri figli, attenendovi all’obbligo scolastico, mi sa che vi devo disilludere. Per come è messa la scuola oggi, possiamo aspettarci di imparare a scrivere e contare, di ricevere un’istruzione, ma non possiamo dire che chi esce col diploma sia necessariamente una persona colta. Per quello, non basta una vita intera, ma occorre soprattutto un certo atteggiamento. Se per cultura infatti intendiamo un sapere ragionato, digerito, assimilato e portato a spasso tutti i giorni come un vestito, la scuola non basta e a volte non serve nemmeno: ci sono autodidatti molto più colti di tanti laureati. Il piacere di conoscere è qualche cosa molto lontano da un bel voto e per fortuna resiste anche dopo la Maturità.
Tratto da un testo di R. Florio
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