...briciole, frammenti, polvere, tracce, supposizioni,
accenti restati in voci altrui, qualche grano di sabbia, una conchiglia,
il tuo passato immaginato da me, il nostro supposto futuro, ciò che avrei voluto da te,
ciò che mi avevi promesso, i miei sogni infantili, l’innamoramento che bambina sentii
per mio padre, certe sciocche rime della mia giovinezza,
un papavero sul ciglio di una strada polverosa.
Anche quello ho messo in tasca, sai?
Non so se tu hai messo il tuo seme dentro di me o viceversa.
Ma no, nessun seme di noi è mai fiorito.
Ciascuno è solo se stesso, senza la trasmissione di carne futura,
e io soprattutto senza qualcuno che raccoglierà la mia angoscia.
Tutte le ho girate queste isole, tutte cercandoti.
E questa è l’ultima, come io sono ultima.
Dopo di me, basta.
Chi ti potrebbe cercare ancora se non io?
Antonio Tabucchi
opera d’arte di Octavian Florescu
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