La causa della miopia sta nell’adattamento della messa a fuoco (capacità di accomodazione) sulle distanze che normalmente vengono utilizzate nella vita quotidiana. Lo confermano degli studi accreditati da autorevoli riviste di optometria le quali riportano anche statistiche dove si evidenzia come la miopia aumenti di pari passo con il grado di scolarizzazione e quindi di impegno visivo sulle corte distanze, tipiche di chi legge libri, giornali (ma non i calendari!!) o usa attrezzature elettroniche. Altre analisi, eseguite su numerose tipologie di animali comprese le scimmie (queste ultime rappresentano l’anello della catena biologica più vicina all’uomo), ci dicono come sia possibile variare a piacimento il potere di messa a fuoco semplicemente aumentando o diminuendo lo stato di accomodazione del soggetto dell’esperimento, ad esempio costringendolo a guardare attraverso lenti “negative” come quelle normalmente assegnate a soggetti miopi per vedere “a fuoco” da lontano. Questi studi tendono a provare una diretta correlazione tra il “confinamento visivo” - come lo stiamo vivendo noi oggi all’interno della attuale società tecnologica ed informatica - e l’utilizzo di lenti negative, quelle che, ai miopi, al 99%, vengono prescritte per “curare” la loro miopia.
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