domenica 16 ottobre 2016

NOI



“Noi” è un insieme di persone che condividono uno stato: “noi”, quelli della stessa scuola, o partito, fede, famiglia... Noi del gruppo WhatsApp. Noi come squadra. Anche in un vagone di treno si delinea un temporaneo “noi”, che tale deve restare fino all’arrivo, perché il tempo scorra piacevole. Ognuno può far parte di tanti “noi” diversi anche nella stessa giornata: noi, è un gruppo come soggetto, in cui ognuno accetta le regole che permettono una convivenza gradevole e priva di incidenti. Per far parte di un “noi” è importante comprendere queste regole e adeguarvisi serenamente, senza ribellioni adolescenziali e senza volersi distinguere accentrando l’attenzione e disturbando l’armonia. Ogni “noi” è diverso dai tanti “io” che lo compongono e si relaziona con “voi” secondo le proprie caratteristiche, in cui quelle individuali si annullano se disturbanti e si valorizzano se utili alla comunità, esprimendosi in diversi ruoli, rendendo il gruppo coeso e variegato. Di fatto, questo è assai difficile da realizzare. È facile che si creino dei “noi contro” , che coincidono con altri noi “pro” qualcosa. Ma ci sono dei “noi” puramente affettivi, noi per noi. Sono la coppia, la famiglia, la comunità religiosa. C’è un gran bisogno che all’invadenza e alla prepotenza dell’io sostituiamo il più coinvolgente e armonico noi. Le convergenze nel noi, se non sono ben costruite, spesso scricchiolano o franano, ma se “tengono”, sono trascinanti. Certo non è facile traghettarsi dall’io al noi. Eppure, vivere in questo noi, da cui si esce ogni giorno per andare a interpretare io e noi diversi, sapendo che alla sera ci si ritorna a pigliar pace e ristoro, è una ricchezza impagabile.

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