domenica 31 luglio 2016

ARTE: #BellissimePitture8

Dipinto di Alexander Averin

Di fronte al mare la felicità è un'idea semplice.


Jean-Claude Izzo - Chourmo 1996 


IN PARADISO CON GLI ASINI



Quando tempo sarà di ritornare a Voi, mio Dio, vorrei splendesse un giorno di siepi polverose. Sceglierei, come in terra, una strada ove andare a mio talento, divagando, verso il vostro paradiso straripante di stelle in pieno giorno.

Col mio bastone andrò lungo la via maestra e agli asini dirò, miei grandi amici: lo sono Francis Jammes e vado in Paradiso, che non c’è inferno al paese di Dio. Dirò: del cielo azzurro soavi amici, venite, accompagnatemi, povere bestie che girando il muso o con colpi di orecchie vi schermite da fruste, e mosche, e api.

Che vi compaia innanzi fra tutte quelle bestie che amo, perché abbassano la testa dolcemente, e fermandosi congiungono dignitosi e strazianti i piccoli piedi. Mi seguiranno migliaia di orecchie: di chi portò pesanti bigonce appese ai fianchi o tirò il carrozzone ai saltimbanchi o trabiccoli in latta e pennacchi, e altri che gravarono acciaccati bidoni, asine che zoppicarono, più gonfie di palloni, e altri che coprivano cenciosi mutandoni per via di piaghe gocciolanti, livide, in un cerchio di mosche testarde. Con questi asini, Dio, fate che a voi ritorni. E che in pace profonda angeli ci conducano.

Verso ruscelli ombrosi, e ridano ciliegie più lisce della guancia alle fanciulle, fate che in quel reame delle anime, curvo sull’acqua sacra io stia come gli asini a contemplare l’umile, la dolce povertà nell’amoroso specchio della vostra eternità.

Francis Jammes

Di tutto un po' #403


Come quando fuori piove di Giorgio Conte
Giorgio Conte
Testo "Come quando fuori piove"

Come quando fuori piove come quando
fuori piove come
quando fuori piove.

Meglio stare in casa
la finestra chiusa
con il gatto in grembo
che ti fa le fusa.

Come quando fuori Piove come quando
Fuori piove come
quando fuori piove.

Dolce è l'arancia
ed il gatto è nero
morbido ed elettrico
è il suo lungo pelo.

Noi due all'asciutto
e chi se ne frega
se di là dei vetri
sta cadendo il cielo.

Come quando fuori Piove come quando
Fuori piove come
quando fuori piove

Meglio stare in casa
La finestra chiusa,
con il gatto in grembo che ti fa le fusa...

Il mar d’Azov è diventato improvvisamente rosso.



Gli scienziati e i cittadini del villaggio Berdyansk sono rimasti sconcertati alla visione delle acque del Mar d’Azov, che hanno improvvisamente assunto una colorazione rossastra. 

Gli abitanti della zona hanno subito pensato che la causa fosse da imputare alle vicine fabbriche, mentre i più superstiziosi hanno creduto che fosse un segno di futuri eventi negativi. 

Gli studiosi ritengono che il fenomeno sia causato dalle alte temperature dell’acqua che ha permesso una vasta fioritura di alghe brune.

Il direttore dell’Institute Leonid Izergin sostiene che le acque sono balneabili, ma gli abitanti del villaggio non gli credono e dicono di sentire un odore metallico, restando dell’idea che la causa sia da imputare alle numerose industrie della zona.

Il mistero dei fenicotteri rosa


Questo documentario della serie Disneynature è ambientato in una terra dotata di una natura ancora incontaminata e tratta la storia di uno degli uccelli dai tratti affascinanti e misteriosi: il fenicottero rosa. Viene seguita da vicino la nascita dei pulcini, la loro crescita, le prime "prove tecniche" di volo, i rituali di corteggiamento, le lotte tra maschi, le migrazioni e molti altri momenti salienti della vita di un'intera popolazione di fenicotteri rosa che nidificano sulle sponde del Lago Natron, situato nella Tanzania settentrionale, in una landa sperduta e desolata, unico luogo di riproduzione per questa specie che rischia l'estinzione.

Fenicotteri rosa. (Sisal, Messico)

Domenica pomeriggio ♥

Sigarette consumate a metà
dentro posaceneri di vetro sbeccato.

Odore acre di fumo
sulle nostre divise
di adolescenti tutti uguali.

L’insegna al neon
illumina la via in questa
fredda domenica di gennaio.

Una TV dai colori falsati
trasmette i goal 
migliori del campionato.

Qualcuno si destreggia
intorno al tappetto verde
strappato qua e la da tiri
maldestri.

Ragazze annoiate ascoltano 
musica da un enorme
jukebox e discutono animatamente
del futuro.

Scende la sera sulle nostre 
risate.
Saluti chiassosi sul marciapiede
ognuno si allontana, verso
il proprio sogno.

(a colui che ci ha lasciati prima di diventare uomo)

Questa è la leggenda più affascinante sul girasole...


"Clizia era una giovane ninfa, innamorata persa del Sole, pertanto lo seguiva tutto il giorno mentre lui guidava il suo carro di fuoco per tutto l'arco del cielo. Il sole, dapprima fu lusingato e un pochino intenerito da quella devozione... credette di esserne a sua volta innamorato e decise di sedurla cosa non difficile per lui!
Ma ben presto il Sole si stancò dell'amore di Clizia e le diede, come suol dirsi... il benservito rivolgendo altrove le sue attenzioni.

La povera ninfa pianse ininterrottamente per nove giorni interi. Immobile in mezzo a un campo, osservava il suo amore attraversare il cielo sul suo carro di fuoco.

Così, pian piano, il suo corpo si irrigidì, trasformandosi in uno stelo sottile ma resistente, i suoi piedi si conficcarono nella terra mentre i suoi capelli diventarono una gialla corolla; si era trasformata in un fiore bellissimo color dell'oro... Il girasole...

Ma anche nella sua nuova forma la piccola ninfa innamorata continua tuttora a seguire il suo amore durante il giro nel cielo".

Volete sapere perché amo così tanto i girasoli? 

Beh, facile.

Il girasole è un fiore vitale, un fiore che sprigiona forza e potenza, un ... fiore dallo stelo forte e robusto... capace di superare anche i due metri di altezza.

Un fiore che si contraddistingue per la sua semplicità disarmante... è lui il fiore che guarda in faccia il sole. 

Non ha paura, è fiero di sé, ama senza pregiudizi, senza vergogna, con tenacia va avanti anche se non si sente sempre apprezzato. 

Piange per amore se necessario ma non abbandona il sole, non lo tradisce anche se viene tradito dal sole stesso perché di notte scompare dietro un orizzonte impalpabile.

Il sole non ama quando c'è la nebbia, quando c'è foschia, quando piove, ma il girasole sì. 

È un fiore dalle origini misteriose, legate a tradizioni millenarie, ma soprattutto è il simbolo della bella stagione e dell'estate: 

sarà per i suoi colori accesi ed estivi, sarà per la sua misteriosa vocazione a seguire sempre il sole, volgendo magicamente la corolla in una posizione di rispetto e venerazione.

Ora io dico... la persona giusta saprà cosa fare al momento giusto... saprà che le rose, sì, sono belle... romantiche, ma il girasole, il girasole aspetta il momento giusto per mostrare la sua bellezza!

ARTE: #BellissimePitture7

Dipinto di VJuan González Alacreu

L'acqua frusciava, l'acqua cresceva

un pescatore stava sulla riva,
tranquillo, intento solo alla sua lenza,
ed era tutto freddo, anche nel cuore.
E mentre siede e ascolta,
si apre la corrente:
dall'acqua smossa affiora
una donna grondante.
A lui essa cantava, a lui parlava:
"Perchè tu attiri con astuzia umana,
con umana malizia, la mia specie
su alla luce che la ucciderà?
Ah, se sapessi come son felici
i miei piccoli pesci là sul fondo,
anche tu scenderesti, come sei,
e solo là ti sentiresti sano.
Non si ristora forse il dolce sole
nel mare, e così anche la luna?
Il loro volto, respirando l'onda,
non risale più bello?
Non ti alletta il cielo profondo,
l'azzurro che nell'acqua trascolora?
E il tuo volto stesso non ti chiama
quaggiù, nell'immutabile rugiada? ".
L'acqua frusciava l'acqua cresceva,
e a lui lambiva il piede
Il cuore si gonfiò di nostalgia
come al saluto della sua amata.
A lui essa cantava, a lui parlava,
e per lui fu finita:
un po' lei lo attirava, un po' lui scese,
e non fu più veduto.

Il Pescatore - Johann Wolfgang Goethe 

ARTE: #BellissimePitture6

Dipinto di August Hagborg

Dimmi dimmi mio Signore 
dimmi che tornerà 
l'uomo mio difendi dal mare 
dai pericoli che troverà 
troppo giovane son io 
ed il nero è un triste colore

"Pescatore" di Pierangelo Bertoli

Di tutto un po' #402


"Tutto quello che ti da fastidio, ti insegna la pazienza.
Tutto quello che ti abbandona, ti insegna a stare in piedi da sola.
Tutto quello che scatena la rabbia, ti insegna a perdonare ed essere compassionevole.
Tutto quello che ha potere su di te, ti insegna a recuperare il tuo valore.
Tutto ciò che odi, ti insegna ad amare incondizionatamente.
Tutto ciò che temi, ti insegna ad affrontare la paura.
Tutto quello che non puoi controllare, ti insegna a lasciar andare."

(Jackson Kiddard)

Di tutto un po' #401


Siamo un poco come il mondo che ci circonda. Alcuni sono come il sole, ne sentiamo la presenza, e il cuore caldo che ci conforta e riscalda; altri somigliano alle stelle, splendenti ma dal cuore irraggiungibile, troppo lontano perché possiamo ricavarne anche una tiepida energia; altri ancora sono come comete, sembrano rifulgere di luce, e ci affascinano per la loro meraviglia, ma sono solamente pezzi di ghiaccio, cuori gelidi, che passano radenti alla nostra vita; e infine ci sono quelli che, come asteroidi, vagando senza meta, impattando improvvisamente sulla nostra esistenza, con effetti catastrofici, che possono anche distruggerci, e da questi è difficile difendersi, a volte ci accorgiamo troppo tardi del pericolo della loro presenza.
Lupo Ernesto

Buon caffè con musica ... 🎼


La vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi far diventare dolce devi girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente.

(Anonimo)

sabato 30 luglio 2016

Di tutto un po' #400


Navighiamo
con mare
calmo
un leggero
venticello
gonfia
le nostre vele
All'improvviso
un temporale
il mare
ci scuote
ci ingoia
nei suoi flutti
Siamo nel mezzo
della tempesta
ma non temiamo
di affogare
Abbiamo
un porto
sicuro
in cui
riparare
Si chiama
Speranza
non deve mai mancare
è l'ancora di salvezza
che ci permette
di veleggiare
oltre
la burrasca
verso
l'isola felice.

“Speranza” di Antonella Chiappe

ARTE: #BellissimePitture5

Dipinto di Alexander Averin (1952, Russian)


I bambini s'incontrano con grida e danze sulla spiaggia di mondi sconfinati, costruiscono castelli di sabbia e giocano con conchiglie vuote, con foglie secche intessono barchette e sorridendo le fanno galleggiare sulla superficie del mare. I bambini giocano sulla spiaggia dei mondi non sanno nuotare né sanno gettare le reti. 

(Tagore)

ARTE: #BellissimePitture4

Dipinto di August Wilhelm Nikolaus Hagborg

La vita è come il mare: o lo si guarda standosene a riva... 
o lo si naviga godendo delle sue immense bellezze, 
anche se così facendo si rischia d'incappare in qualche burrasca.


Dal libro "Conoscersi accettarsi migliorarsi" di Omar Falworth

August Wilhelm Nikolaus Hagborg (1852-1925), "Attesa".

ARTE: #BellissimePitture3

Barche di pescatori sulla spiaggia di Les Saintes-Maries-de-la-Mer
giugno 1888
olio su tela, 65x81,5 cm
Amsterdam, Van Gogh Museum

"I pescatori sanno che il mare è pericoloso e le tempeste terribili, ma non hanno mai considerato quei pericoli ragioni sufficienti per rimanere a terra" Vincent van Gogh



Nel periodo dell’Aia Vincent così spera: “ Sabbia-mare-cielo – vorrei tanto poter esprimere queste cose a un certo punto della mia vita”.

Adesso è in grado di dipingere al meglio, tra l’altro si è imposto una nuova sfida: realizzare cinquanta quadri degni di poter essere esposti al pubblico.

Decide di recarsi in un piccolo villaggio di pescatori famoso per il pellegrinaggio di maggio degli zingari, che lì si riuniscono per pregare santa Sara, lo loro patrona.

Quest’opera nasce da un disegno a cannuccia realizzato sul posto con l’indicazione scritta dei colori. Mentre nelle altre tele della stessa serie il soggetto è il mare, qui è lo strumento del lavoro e della vita. Vincent stesso descrive la scena all’amico Bernard: “Piccole barche verdi, rosse e blu, così belle di forme e colori da far pensare a dei fiori”.

Interessante è la scelta dell’inquadratura che mostra sull’asse portante visivo del quadro, il nome di una delle barche: Amitiè.

I campi cromatici descrivono la forma delle imbarcazioni e ricordano la stilizzazione giapponese. La tela è un esempio riuscito di armonia tra naturalismo e simbolismo.

L’artista ama molto i colori cangianti del Mediterraneo e dei pochi giorni trascorsi in Camargue conserva un ricordo gioioso, poiché gli hanno trasmesso serenità, ma al tempo stesso energia.

ARTE: #BellissimePitture2

Dipinto di Damiano Messina - Barche al tramonto in sicilia

Questo è un altro aspetto rasserenante della natura: la sua immensa bellezza è lì per tutti. Nessuno può pensare di portarsi a casa un’alba o un tramonto.

Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra. 

Di tutto un po' #399


C’è chi ti legge come un libro aperto, chi ti chiude come un libro letto, chi ti scrive come un libro bianco, chi ha perso il segnalibro, chi voleva leggerti ma le emozioni non erano in saldo, chi ti ha sfogliato e riposto sullo scaffale, chi ti ha portato a casa e messo in libreria. Forse un giorno qualcuno ti legge sul serio, dalla copertina all' ultima pagina, e ti porta con sé come il dono più prezioso...
-- F. P. Ettari

RISOTTO VERDE


Ingredienti:

400 gr di riso
una cipolla
2 carote
una costa di sedano
1,3 litri di brodo
30 gr di burro
20 gr di olio ex. di oliva
250 gr di spinaci
parmigiano grattugiato

Procedimento:

Tritate e fate soffriggere in 20 gr di burro e 20 gr di olio il sedano, la cipolla e le carote - Quindi unite gli spinaci e lasciate cuocere per 30 minuti - Aggiungete il riso e rimestate allungando con il brodo vegetale unito poco alla volta - Portato a cottura il riso, incorporate il burro restante e il parmigiano grattugiato - Servite caldo.

Buongiorno dal GRAN BAR PASTICCERIA KLAINGUTI

Vero gioiello nel cuore del centro storico di Genova.
Era il 1826 quando i quattro abili pasticceri, i fratelli, Klainguti da Pontresina, Svizzera, arrivarono a Genova per imbarcarsi sulla nave che li avrebbe portati in America, ma la nave ebbe un lungo ritardo e gli intraprendenti fratelli Klainguti finirono per trovare un locale in piazza Soziglia, dove cominciarono a esercitare la loro arte pasticcera. Il locale ebbe subito un grande successo e molti personaggi illustri lo frequentarono, fra questi il grande Giuseppe Verdi che amava molto una brioche ripiena di una crema alla nocciola. La sera della prima del Falstaff i fratelli Klainguti gli fecero trovare in camerino le sue briosches preferite. Verdi ringraziò i pasticceri mandando loro una foto con dedica: “Grazie dei Falstaff buonissimi, molto migliori del mio. La foto è dietro al bancone. Soffice, delicato e ripieno di una particolare crema alla nocciola, il Falstaff è da allora una delle specialità del locale, più simile ad un morbido panino dolce che ad una brioche di sfoglia. Ovviamente troverete il meglio della pasticceria svizzera e il meglio della pasticceria italiana: Torta "Zena e Torta" Engandina" per citare le più famose
Gestita oggi dalla famiglia Ubaldi, ci riporta indietro nel tempo, agli anni magici delle prime trasformazioni urbanistico-architettoniche dell’Ottocento. Ingresso, vetrine e insegna in “caratteri gotici” sono stati in parte aggiornati e anche gli interni sono stati rinnovati negli anni ma in stile d’epoca.-

venerdì 29 luglio 2016

ARTE: #BellissimePitture1

Dipinto di Robert Hagan


L'acqua frusciava, l'acqua cresceva,
un pescatore stava sulla riva,
tranquillo, intento solo alla sua lenza,
ed era tutto freddo, anche nel cuore.
E mentre siede e ascolta,
si apre la corrente:
dall'acqua smossa affiora
una donna grondante.
A lui essa cantava, a lui parlava:
"Perchè tu attiri con astuzia umana,
con umana malizia, la mia specie
su alla luce che la ucciderà?
Ah, se sapessi come son felici
i miei piccoli pesci là sul fondo,
anche tu scenderesti, come sei,
e solo là ti sentiresti sano.
Non si ristora forse il dolce sole
nel mare, e così anche la luna?
Il loro volto, respirando l'onda,
non risale più bello?
Non ti alletta il cielo profondo,
l'azzurro che nell'acqua trascolora?
E il tuo volto stesso non ti chiama
quaggiù, nell'immutabile rugiada? ".
L'acqua frusciava l'acqua cresceva,
e a lui lambiva il piede.
Il cuore si gonfiò di nostalgia,
come al saluto della sua amata.
A lui essa cantava, a lui parlava,
e per lui fu finita:
un po' lei lo attirava, un po' lui scese,
e non fu più veduto.
(Il Pescatore - Johann Wolfgang Goethe)

Di tutto un po' #398


E se al mattino non sai da che parte cominciare, metti da parte i pensieri negativi, lascia in un angolo tutto ciò che non puoi avere e riscopri con occhi nuovi tutto ciò che di bello hai. La vita, per esempio. Questo basta, per ripartire col sorriso.
E allora, buongiorno alla vita...
-- G. Stella

Di tutto un po' #397


La cattiveria che incontrerai non potrà impoverirti dentro se in ogni cosa lasci un po' di te, una carezza, conforto, aiuto.

Tu sei molto di più dello sguardo di chi ti giudica, sei semplicemente tu.

Cammina per la tua strada e fermati solo da chi ti chiede amore altrimenti avanza libero e il tuo volare sarà ad alta quota, respirando e sfiorando le profondità del cielo... 

Il denaro


Il denaro può comprare una casa, ma non una famiglia
Il denaro può comprare un orologio,
ma non il tempo;
Il denaro può comprare il letto, 
ma non il sonno;
Il denaro può comprare un libro,
ma non la conoscenza;
Il denaro può pagare un medico, 
ma non la salute;
Il denaro può comprare il sesso, 
ma non l’amore;
Il denaro può comprare una posizione, 
ma non il rispetto;
Il denaro può comprare il sangue,
ma non la vita...

Le donne


Si parla di donne ferite, tradite e deluse. Ma in realtà non fa differenza; uomo o donna che sia. Ci sono uomini sbagliati e donne sbagliate, ma ci sono uomini onesti e donne oneste. Entrambi soffrono se usano il cuore in modo onesto. Entrambi piangono e cambiano con le delusioni. Ricordiamoci di non far mai pagare a chi incontreremo dopo ciò che c'è stato fatto da chi abbiamo incontrato prima...
-- Silvia Nelli 

Di tutto un po' #396


Ho imparato che puoi parlare con estrema naturalezza solo a poche persone. Che non tutti capirebbero ciò che vuoi dire loro; non per mancanza di perspicacia ma per un semplice e reale disinteresse. 

Ho imparato che molti faranno finta di ascoltarti limitandosi a cenni con la testa accompagnati da sguardi persi nel vuoto. 

E allora, solo allora, capirai quanto è importante scegliere con parsimonia quelle rare persone a cui aprire il proprio cuore...

-- Web

GIUBILEO 2016: GLI OCCHI DI GESÙ


Era luglio. Passeggiavo lungo il fiume, imponente. La forte siccità di quell’anno non aveva succhiato forza al suo silenzioso andare. Ci sono vene sotterranee che non si estinguono mai. Guardavo il fondo: pietre, composte, levigate dagli anni. E cielo, riflesso. Pietre, pesanti, come un cuore caduto in basso. Cielo, leggero, come un cuore richiamato alla vita. “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra”, aveva detto il profeta. Rannicchiata sotto una chioma di verde, una donna contava le sue lacrime, ultime briciole di un passato lontano. Lavato, per sempre. Mi dice il suo nome, Marie. Da anni sfidava un “Dio”, se c’era. La sua era stata una cocciuta resistenza all’Amore, con le armi tenebrose del peccato. Poi, l’angoscia, la solitudine, il dolore, a uccidere la sua anima già morta. E così l’ultima decisione, presa davanti alla materna scultura della Madre: “Vengo da Te, portami a Gesù. Se esiste”. Voleva vedere i Suoi occhi. Per questo, quel giorno di luglio, aveva calcato quella terra benedetta, all’ombra di un santuario. Mentre lei si raccontava, in me notteggiava un sottofondo: “Ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue”. Entrò in un confessionale, uno dei tanti, come uccellino tremante. Gli occhi bassi, per la paura di guardarsi, di essere guardata, di essere giudicata. Giudicata. Una voce calda, paterna le sciolse il nodo in gola. “Per la prima volta nella mia vita cominciai a confessare i miei peccati”. Ad ascoltarla, ai bordi della sua anima, un sacerdote. Man mano, le parole smozzicate fuoriuscivano insieme alle lacrime, interrotte dai singhiozzi. “Voglio vedere i Tuoi occhi, Gesù Cristo”. Questo tormento l’aveva spinta fin lì. Ora tutto era consegnato. Non restava che alzare la testa. Parole di conforto, di perdono le sollevavano il volto. E la vita. Lei apre gli occhi. E incontra lo sguardo del sacerdote, luce concentrata in un volto. Perdono fatto carne. “Sentii in me scorrere il Sangue di Gesù, che aveva lavato i miei peccati. Gli occhi di quel prete non li dimenticherò mai”. Poi, una richiesta discreta di quel sacerdote: “Preghi per me, che da alcuni anni ormai sono diventato cieco”. A questo pensava, commossa, sotto quella chioma di verde: aveva visto gli occhi di Gesù.

Tratto da Cenacolo GAM

HUMOR


L’umorismo permette di distanziarsi razionalmente dagli eventi e smitizzarli fino a riderci (o sorriderci) sopra, permette di esserne poco emotivamente coinvolti, di sentirli di scarsa importanza. È la capacità di vedere l’aspetto incongruente e divertente di persone e situazioni, anche in sé molto spiacevoli. Lo humor è un tocco raffinato e birichino di acquerello che coglie e isola un aspetto della realtà e, scorporandolo dagli altri, rende il tutto divertente. Lo humor non comprende ostilità e neppure ironia, non volgarità né beffa: è un gioco sottile, veloce e un po’ poetico. Non tutti hanno la capacità di esprimerlo né di coglierlo: per questo bisogna innanzitutto intuire come i contrari coesistano sempre in tutto ciò che è umano. Scoprendo ad esempio l’aspetto comico di momenti tristi e quello tragico di momenti allegri, quello saggio della follia e quello folle della saggezza, quello buffo in persone solenni e quello serio in chi pare superficiale. Si rammenta con un tocco di humor come non sia tutto da prender sul serio, si ricorda con levità la caducità, l’imperfezione umana, la relatività di tutto, all’unico scopo di condividere la comprensione della vita, rendendola più sopportabile. Molti, privi del senso di humor, cadono nell’umorismo involontario: dicono o fanno qualcosa di cui tutti ridono, e il loro stupore suscita ancor più ilarità. Ricordiamocelo: un po’ di humor aumenta le endorfine, molecole del benessere, e influisce positivamente sul sistema immunitario!

Di tutto un po' #395


Dal pelago di sogni felici, fiammeggiante,
Nella mia vita donna sorgesti ammaliante,
Come l'argentea luna - sorriso bianco- appare
Dallo stellato mare !

Nel pelago di sempre più menomati sogni
Svanisti e si spenser le dolci illusioni,
Come la luna malinconica e pallida scompare
Nello stellato mare !

Dal pelago di sogni sui piani del pensiero,
Nei sacri anni verdi tuo volto mi sorrise,
A me si cara donna, come la luna appare
Dallo stellato mare !

Mihai Eminescu

opera d’arte di Peter Cosslett

Fine Luglio,è tempo di preparare la salsa di pomodori.


Fine Luglio,è tempo di preparare la salsa di pomodori.

La salsa al modo antico, quando non c'erano barattoli e bottiglie di vetro:

I pomodori si tagliavano a pezzi , si salavano e si mettevano a cuocere in un grande mastello (spesso era quello del bucato), facendoli bollire piano, poi si toglievano dal fuoco e si lasciavano macerare per tutta la notte.

Il giorno dopo si scolava l'acqua, si passavano al setaccio e la polpa si stendeva su delle assi, al sole, ad asciugare per bene.

Oppure si metteva in sacchetti di tela e questi su un'asse inclinata con sopra dei mattoni per farne uscire tutta l'acqua.

La salsa doveva diventare soda e asciutta, compatta, e si conservava poi in piccoli recipienti di terracotta smaltata, o, a volte anche in cartocci fatti con foglie di granturco ben pulite, e appesi al fresco,nella dispensa.

La coltivazione della canapa.-


La coltivazione della canapa è stata molto importante fino alla metà del secolo scorso, ed è bene saperne un po' di più.

La fibra della canapa è una fibra tessile ottenuta dal floema o libro dei fusti delle piante di Cannabis sativa.

Prima dell'avvento del proibizionismo della cannabis essa era diffusa nel mondo come materia prima per la produzione di carta, essendo una delle piante più produttive in massa vegetale di tutta la zona temperata. Le sue fibre inoltre hanno costituito per migliaia di anni importanti grezzi per la produzione di tessili e corde. Oggi sono coltivabili legalmente per usi tessili varietà selezionate di cannabis libere da principi psicoattivi.

L'orto felice.


Gli orti felici, come li chiama Paolo Pejrone, architetto di giardini e paesaggista, sono quegli orti dove si conbinano felicemente il suolo, la scelta di concimi naturali, ortaggi e fiori rustici insieme a piante da frutto e naturalmente molta pazienza e molto lavoro nel coltivarlo.

L'orto felice è un piccolo mondo, e anche gli orti possono essere belli come un giardino, spazi rasserenanti ,oltre che utili alla produzione di verdure.