Era luglio. Passeggiavo lungo il fiume, imponente. La forte siccità di quell’anno non aveva succhiato forza al suo silenzioso andare. Ci sono vene sotterranee che non si estinguono mai. Guardavo il fondo: pietre, composte, levigate dagli anni. E cielo, riflesso. Pietre, pesanti, come un cuore caduto in basso. Cielo, leggero, come un cuore richiamato alla vita. “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra”, aveva detto il profeta. Rannicchiata sotto una chioma di verde, una donna contava le sue lacrime, ultime briciole di un passato lontano. Lavato, per sempre. Mi dice il suo nome, Marie. Da anni sfidava un “Dio”, se c’era. La sua era stata una cocciuta resistenza all’Amore, con le armi tenebrose del peccato. Poi, l’angoscia, la solitudine, il dolore, a uccidere la sua anima già morta. E così l’ultima decisione, presa davanti alla materna scultura della Madre: “Vengo da Te, portami a Gesù. Se esiste”. Voleva vedere i Suoi occhi. Per questo, quel giorno di luglio, aveva calcato quella terra benedetta, all’ombra di un santuario. Mentre lei si raccontava, in me notteggiava un sottofondo: “Ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue”. Entrò in un confessionale, uno dei tanti, come uccellino tremante. Gli occhi bassi, per la paura di guardarsi, di essere guardata, di essere giudicata. Giudicata. Una voce calda, paterna le sciolse il nodo in gola. “Per la prima volta nella mia vita cominciai a confessare i miei peccati”. Ad ascoltarla, ai bordi della sua anima, un sacerdote. Man mano, le parole smozzicate fuoriuscivano insieme alle lacrime, interrotte dai singhiozzi. “Voglio vedere i Tuoi occhi, Gesù Cristo”. Questo tormento l’aveva spinta fin lì. Ora tutto era consegnato. Non restava che alzare la testa. Parole di conforto, di perdono le sollevavano il volto. E la vita. Lei apre gli occhi. E incontra lo sguardo del sacerdote, luce concentrata in un volto. Perdono fatto carne. “Sentii in me scorrere il Sangue di Gesù, che aveva lavato i miei peccati. Gli occhi di quel prete non li dimenticherò mai”. Poi, una richiesta discreta di quel sacerdote: “Preghi per me, che da alcuni anni ormai sono diventato cieco”. A questo pensava, commossa, sotto quella chioma di verde: aveva visto gli occhi di Gesù.
Tratto da Cenacolo GAM