L’Italia è una Repubblica fondata sui nonni. Le cifre parlano chiaro: le persone con più di 65 anni costituiscono il 20% della popolazione, gli over 75 sono il 10%. E, per fortuna, che ci sono, i nonni: in assenza di servizi per l’infanzia e con congedi parentali insufficienti, sistemare il pupo per rientrare al lavoro, è un problema per molte famiglie che, se non possono contare sui nonni, come fanno i genitori tra i 30 e i 45 anni, rinunciano all’impiego o, addirittura, a mettere al mondo un figlio. Ma, i nonni non fanno solo da baby-sitter: sono la soluzione più sicura per l’affidamento dei propri figli in piena fiducia. Nella nostra società costituiscono il primo e più valido ammortizzatore sociale “fai da te”: sono i nonni che aiutano con la rata del mutuo, con le spese della quarta settimana e le emergenze, collaborando alla crescita dei nipotini e alla sopravvivenza delle nuove famiglie, con funzioni che vanno bene al di là della cura famigliare. Supporto affettivo, ma anche economico, centinaia di euro ogni mese, che lo Stato risparmia, perché evita di dovere intervenire, costruendo e gestendo costosi asili o sovvenzionando i congedi parentali, che esistono per esempio in Francia o in Svezia. E così, il costo dei figli nel nostro Paese ricade interamente sulla famiglia, come un qualsiasi bene privato di cui la società non intende farsi carico. Bene lo sa chi non ha la fortuna di avere genitori viventi e disponibili a condividere la fatica di crescere dei bambini: la solitudine e la mancanza di punti di appoggio rende la vita quotidiana più difficile, il portafoglio e le relazioni più poveri. Certo, non è sempre facile gestire il rapporto educativo in maniera equilibrata, ma l’importante è osservare alcune semplici regole base. I nonni non devono essere dati per scontati: tutto quello che offrono, in termini di tempo, supporto, aiuto è un regalo e come tale va considerato. Non sono i genitori e, quindi, hanno atteggiamenti educativi diversi nei confronti dei nostri figli: affidandoglieli, dobbiamo accettare con fiducia i loro modi, altrimenti è meglio optare per il nido. È importante che i nostri figli abbiano figure di riferimento affettivamente forti, diverse da noi: non è il caso di entrare in competizione o provare gelosia. Le due figure rimangono comunque ben distinte. Per i nonni: prendere il posto della figlia/o, nuora/ genero, per alcune ore della giornata, non significa avere il diritto di giudicarne lo stile di vita e le scelte educative. Un clima di rispetto e comprensione reciproca non potrà che portare bene al bambino e alla famiglia intera. Le caramelle: la mamma le proibisce, la nonna le passa sottobanco. È sempre successo e succederà sempre. La pace di famiglia val bene una piccola carie…
R. Florio
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