domenica 17 luglio 2016

CIRCA LA VITA DI SAN BONAVENTURA


“Ma quella che mi ha fatto decidere è stata la riconoscenza che io debbo al padre santo. Infatti per la sua intercessione e per i suoi meriti, io, quando ero bambino, sono sfuggito alle fauci della morte. Questo ricordo in me è sempre vivo e fresco; sicché temerei di essere accusato di ingratitudine, se non celebrassi pubblicamente le sue lodi. E questa appunto è stata, per quanto mi riguarda, la ragione più forte che mi ha spinto ad affrontare quest'opera: io riconosco che Dio mi ha salvato la vita dell'anima e del corpo ad opera di san Francesco; io ho conosciuto la sua potenza, per averla sperimentata in me stesso”.

dal Prologo alla Leggenda Maggiore

Mia miracolosa guarigione
Un episodio che accadde quando ero ancora ragazzo segnò profondamente la mia vita, come raccontai. Ero stato colpito da una grave malattia e neppure mio padre, che era medico, sperava ormai di salvarmi dalla morte. Mia madre, allora, ricorse all’intercessione di san Francesco d’Assisi, da poco canonizzato. E io guarii.

Comunione da un Angelo
Fin dagli inizi della mia vita francescana, nutrivo un sacro timore di non essere sufficiente preparato di ricevere la santa Comunione. Fino ad oggi si racconta e si rappresenta sulle immagini che nel periodo del noviziato, assistendo al Sacrificio della Messa e considerandomi, nella umiltà, indegno di comunicarmi, ricevetti parte della sacra particola, spezzata dal celebrante, per le mani di un Angelo.

dalla Leggenda Maggiore


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